L’altro volto della speranza

 

di Valentino Ferrari

– Oggi vi parlerò di un film che sono andato a vedere al cinema e che mi è piaciuto davvero tanto perché le tematiche trattate fanno riflettere su una questione che affrontiamo tutt’oggi. È un film che riesce a unire due argomenti diversi, cioè il viaggio e la politica.

Il film si chiama “L’altro volto della speranza” – toivon tuolla puolen in finnico – ed è stato realizzato da Äki Kaurismäki, regista finlandese noto anche per altri film di carattere europeo. E’ la storia di un immigrato, Khaled Ali, che è scappato da una realtà che ancora oggi leggiamo nei giornali, sentiamo alla radio, guardiamo al TG, ovvero i bombardamenti che piegano la città di Aleppo, in Siria. Il protagonista, dopo un viaggio iniziale durato a lungo fra la Turchia e i Balcani, arriva in Finlandia: qui, viene accolto nonostante le molte domande che gli vengono poste per decidere se accoglierlo o meno. Non vi dirò il finale, perché mi piacerebbe che ognuno di voi lo guardasse dato che fa veramente capire molte cose su ciò che è la realtà di oggi.

Una realtà che sottovalutiamo

Ciò che questo film fa capire è il peso della storia di un singolo migrante, il quale ha una storia molto interessante e a suo modo, nell’orrore in cui tutti sono passati, è differente da quella di un altro migrante. Bisogna anche contare che ogni giorno in Italia sbarcano circa 250/300 migranti e che con loro, arrivano anche 250/300 storie che aspettano solo di essere raccontate.

Storie da ascoltare

Ci sono moltissime persone che pensano che i migranti siano solo persone venute nei nostri paesi con l’intento di rovinare la nostra cultura. Queste sono persone che ragionano solo con la violenza: la verità, è che non riescono a vedere i migranti come singoli essere umani, con i loro bagagli di dolore e sofferenza dal quale stanno fuggendo. C’è chi dice che sarebbe meglio mandarli a casa loro, chi afferma che rovinano la nostra cultura, chi ancora sostiene che siano tutti terroristi. Ma il futuro non è né Trump, né Salvini né Le Pen: il futuro, sono i migranti stessi.

Alla ricerca della speranza

Oggigiorno, quando si viaggia, lo si fa per svariati motivi: chi per rilassarsi, chi per scoprire cosa nuove, chi per incontrare altra gente. Ma affermare di “viaggiare per la speranza” può certamente suonare strano: invece, c’è chi lo fa veramente. È ciò che fanno molte persone che magari non si trovano bene nel proprio paese o per causa di un conflitto o di una dittatura. E ricordiamoci che il viaggio è sempre parte di una storia. Senza il viaggio, la storia non esiste.