PEZZI UNICI/Dalla fiction alla realtà: ecco come ce l’ho fatta

È finita da poco una serie Tv trasmessa sulla Rai: Pezzi Unici. In questa opera si narra la storia di un assassinio. Lorenzo, il figlio di un bottegaio fiorentino, viene trovato morto. I ragazzi della casa famiglia in cui lavorava Lorenzo , tutti con precedenti per droga o furti, finiscono il progetto iniziato con lui nella bottega del padre, il quale usa questa situazione per capire qualcosa di più sul misfatto che ha coinvolto suo figlio.
In questa serie Tv si tratta un argomento molto complicato; durante il racconto viene spiegato il vissuto dei vari ragazzi della casa famiglia e in tutti e cinque i casi è presente un sentimento univoco: sentirsi diversi. È un’ emozione negativa e che può veramente far allontanare un individuo dalle altre persone. Io ho un parente che ha vissuto questo tipo di esperienza, se una persona ha un brutto passato è portato a chiedersi perché sia diverso dagli altri e se abbia fatto qualcosa di sbagliato; è un sentimento bruttissimo perché pensi che tutti ti considerino diverso e non sai come approcciarti con la gente. Il mio parente ha avuto la fortuna di avere una famiglia che l’ha fatto uscire da questa situazione e che lo ha aiutato a non sentirsi più in questo modo. É stato un percorso lungo e faticoso, ma è uscito da questo tunnel buio ed oscuro, che é soffocante e ti fa sentire una persona inutile.
Avendo avuto qualcuno a me vicino che ha passato questo periodo oscuro nella sua vita; ho capito che la cosa migliore per un individuo che si reputa diverso è avere delle persone amiche, che per lui sono stati i suoi genitori, le quali ti diano una mano e che ti accompagnino fuori da quel tunnel. Quello che ho imparato ed è evidenziato nella serie è che, quando una persona attraversa un momento simile, ha bisogno di aiuto.
I motivi per sentirsi diversi e inadeguati sono tanti, io sono nato sordo e non nego che qualche volta mi sia sentito in difficoltà, ma ho avuto la fortuna di avere una famiglia che mi è stata molto vicina e di aver trovato a Genova un’associazione che mi ha seguito da quando avevo un anno. Non tutti hanno la mia fortuna, perciò se vedete che una persona sta attraversando questo terribile momento, qualunque sia il motivo, statele vicino, gli dareste un’altra possibilità, evitando che si chiuda in se stesso.