Il mondo è bello perché è vario – Anno all’estero in Australia

Tutti ci siamo resi conto, almeno una volta, di quanto spesso i proverbi risultino geniali. Partendo da quelli simpatici, che fanno partire i brindisi alle cene, “A San Lorenzo, apri la botte e assaggia il vino”, fino ai più maliziosi, come “tale padre, tale figlio”, che usiamo per criticare chi non sopportiamo, per passare ai più utili, dietro cui ci nascondiamo davanti a situazioni sconvenienti, come “Agosto, moglie mia non ti conosco”, o a quelli confortanti, con cui cerchiamo di consolarci “Al povero manca il pane, al ricco l’appetito”.

Come sempre però, in ogni aspetto della vita, c’è sempre quel qualcosa che consideriamo migliore per noi, che ci rappresenta a pieno, che sentiamo nostro e attorno al quale ci sentiamo confortati. Può quel qualcosa essere un proverbio, o è troppo azzardato attaccarci così tanto a un detto popolare?

Per me, “Il mondo è bello perché è vario”, riesce a rappresentare quel qualcosa. Un giorno mi è stato detto che sono una persona più legata all’andare piuttosto che allo stare; io in effetti sono attirato dalla varietà, sono curioso e ho voglia di scoprire. Senza un mondo vario non ci sarebbe niente da scoprire.

 

Proprio questo è stato il desiderio che mi ha portato a compiere un’esperienza scolastica all’estero. Da giugno a novembre 2017 ho vissuto a Coolum Beach (Queensland) in Australia, patria dei canguri, del surf, degli sport estremi e di animali ancora più “estremi”.

Non è stato però solo sole e mare, mi sono infatti iscritto alla Sunshine Beach State High School e per sei mesi ho frequentato le lezioni: questo mi ha permesso di non rimanere troppo indietro in qualche materia, come matematica e fisica, mentre i miei amici in Italia avevano iniziato i primi tre mesi del quarto anno.

Alla nascita dell’alternanza scuola-lavoro tutti la considerarono un’innovazione inutile e noiosa, d’altronde “nessuna nuova, buona nuova!”, ma le proposte dalla scuola si sono rivelate molto valide, anche se l’esperienza in Australia rimane per me l’attività più interessante.

Se le conferenze e gli eventi organizzati a scuola mi hanno permesso di sentire discorsi utili per il mio futuro, come è stato per la settimana S.A.R.Ó., o mi hanno fornito strumenti utili, come lo è Sharing, l’Australia è stata un’esperienza di scoperta a tutto tondo.

“Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!” Isaac Newton

È proprio attraversando un oceano che l’ho capito.

In Australia ho avuto modo di scoprire la varietà nella natura.

In Australia ho avuto modo di scoprire la varietà nella scuola.

In Australia ho avuto modo di scoprire la varietà delle culture.

Ma non basta un’anafora, come non basterebbero 100 articoli, per condividere la mia esperienza.

Viaggio in Australia. Sydney – Ayers Rock – Kakadu – Sunshine Coast – Brisbane

Natura

Ho scoperto una natura completamente diversa da quella italiana: era sublime cioè magnifica ma spaventosa. A giugno prima di iscrivermi al liceo ho fatto un viaggio attraverso il deserto cuore rosso dell’Australia: l’outback. Da Alice Spring a Kakadu (parco che merita un articolo a sé) in camper, passando per cascatelle paradisiache, laghi rosa e rocce mitologiche, che erano solo alcuni dei “locus amoenus” che si trovavano in mezzo a chilometri e chilometri (1500 km) di cactus, termitai e sabbia: come dicono gli australiani “Somewhere in the middle of nowhere”. Ho avuto modo di conoscere i simpaticissimi ragni, scorpioni, serpenti e temibilissimi coccodrilli che affollano le zone e ti tengono compagnia nel viaggio, o meglio sveglio nella notte… che per lo meno era stellata!

Scherzi a parte il viaggio è stata un’esperienza unica (viaggio ed esperienza ormai τόποι di questo articolo!), tanto che durante la pausa tra i due trimestri scolastici l’ho rifatto, partendo più a Sud, da Darwin, per salire più a Nord, ad Adelaide, macinando altri 3000 km… me ne ero perso un pezzo non potevo tornarmene a casa.

Non è finita qui, perché arrivato a Kakadu, durante la prima tratta, ho proseguito verso est e sono sceso lungo tutta la Sunshine Coast. È stata proprio una costa al sole! Se il viaggio alle Hawaii di qualche anno prima mi aveva mostrato una fauna marina imbattibile, la bellezza delle spiagge australiane ha compensato per una barriera corallina meno ricca, che come ho studiato durante le lezioni di chimica di Mr. Hounslow (quante reazioni mi ha fatto bilanciare!), a causa del riscaldamento globale è degradata, e ha perso gran parte della bellezza che aveva da offrire. Ovviamente anche qui tra squali, granchi blu giganti e uccelli combattivi, si rimane in tema di sicurezza.

Sunshine Beach State High School, studenti internazionali, ultimo giorno

Istruzione

Viaggia su, viaggia giù, sono arrivato a Sunshine Beach e mi sono “calmato” per l’inizio della scuola. La scoperta però continua visto che ci sono davvero tante differenze che ho riscontrato tra il sistema scolastico italiano e quello Australiano.

Già dal punto di vista strutturale gli edifici sono diversi: infatti le classi si estendono orizzontalmente, piuttosto che rimanendo stipate in un singolo edificio, e sono divise in blocchi che raggruppano materie comuni (ad esempio chimica, fisica e biologia erano nel “blocco scientifico”). Non essendo legati a una classe, come in Italia, ma piuttosto agli insegnanti, gli studenti si spostano da un’aula all’altra per partecipare alle lezioni. Prendere una boccata d’aria fresca e un po’ di sole tra una lezione e l’altra è rigenerante e cambia radicalmente la giornata rispetto a quella italiana.

In Australia i compiti scolastici sono molto diversi da quelli italiani. Non esistono interrogazioni orali e c’è un solo scritto per materia, ma molto lungo da preparare. Sorprendentemente, non usano libri per lo studio, ma l’insegnante pubblica le lezioni sulla piattaforma online OneNote, dove diventano accessibili da casa o da scuola tutto l’anno. Certo, ho visto studenti prendere appunti, ma soltanto nelle classi di Chimica e Matematica, nulla in confronto ai miei compagni che si autodefiniscono gli “scribi”.

Jabiru, nata tra la cultura e le tradizioni degli aborigeni

Cultura

La natura era rigogliosa, la scuola era strutturata diversamente, ma quello che rimane più nel cuore è sempre la cultura. Vivere in una casa che non sia “casa” ti spinge a osservare con attenzione ogni particolare, perché come una tartaruga che esce dall’uovo ti ritrovi davanti un mondo nuovo. Dalle usanze quotidiane della famiglia ospitante, ai giochi di parole ed espressioni Australiane, alle chiacchierate con sconosciuti sui mezzi pubblici riguardo storia, arte e tradizioni, ho imparato a vivere e respirare l’Australia come fanno gli australiani. Girare per le strade scalzo, trasportare la tavola da surf da città a città, andare al mare in divisa scolastica, andare a feste, rigorosamente in spiaggia di notte, del tutto diverse dalle nostre, conoscere la fauna del posto e sapere dove non passare di notte, per non svegliare i pipistrelli, o di giorno, perché il magpie veniva ad attaccarti: sono solo una piccola parte di tutto ciò che ho fatto e a cui adesso, tornato in Italia, non sono già più abituato.

 

Con la stessa bramosia di conoscenza, che spinse Odisseo a varcare le colonne d’Ercole io mi sono imbarcato, su un volo lungo, ma la stanchezza per la durata della tratta è stata ripagata dai doni che mi ha lasciato la meta, e condividerli è il modo migliore per riviverli.

“ll vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.” (Marcel Proust)

Chi parte non è la stessa persona che torna, e io sono pronto a cambiare di nuovo.

 

di Luca Ruperto