S.O.S SCUOLA/Perché gli italiani sono così stressati?

”Ti piace la scuola?” Una domanda che sin da piccoli ci è stata posta da familiari e amici, sempre convinti che la nostra risposta sarebbe stata senza alcun dubbio ”sì”. A smentire le aspettative degli adulti è l’OMS che mostra come, secondo le statistiche, gli studenti italiani siano tra i più stressati d’Europa, superati soltanto da croati, belgi, estoni e greci. Sorge spontaneo chiedersi che cosa abbia portato i ragazzi ad essere così scontenti del sistema scolastico che, a quanto pare, non è poi così efficiente come dovrebbe.

SIAMO NUMERI O PERSONE?

Una delle maggiori cause delle opinioni negative sulla scuola è certamente la mancanza di comunicazione, non solo tra professori e alunni, ma anche tra i docenti stessi. Spesso le classi sono composte da un numero elevato di studenti e per questo motivo è difficile instaurare un vero e proprio rapporto con gli insegnati, i quali a volte faticano anche solo a ricordare i cognomi dei ragazzi che si trovano davanti. La comunicazione in classe è fondamentale e dipende non solo dai professori, ma anche dagli studenti, che molto spesso non portano il giusto rispetto verso il docente. Avere un dialogo, anche attraverso i rappresentanti di classe, porta a conoscere i bisogni di entrambe le parti, alleggerendo notevolmente il lavoro di tutti.

TUTTO TROPPO IN FRETTA

Il sistema scolastico italiano punta a formare in più ambiti possibili i ragazzi, dimenticando a volte quale sia l’indirizzo di studi da loro scelto. Trovandosi di fronte alle numerose alternative che vengono proposte al termine delle scuole medie, si sceglie, a seconda dei propri interessi, quali argomenti approfondire nei cinque anni successivi, ma che cosa accade se si tenta di riunire tutte le materie in un’unica scuola? Si perde la possibilità di concentrarsi su qualcosa a cui si è davvero interessati, soffocati dalla necessità di studiare tutto troppo in fretta. Tante, troppe iniziative, come il progetto di alternanza scuola-lavoro, nascono come qualcosa di utile a tutti e fondamentale per sapersi orientare nel mondo degli adulti, ma spesso finisce per essere solo un peso in più di cui gli studenti devono farsi carico.

E IL TEMPO LIBERO?

La scuola fa parte della vita dei giovani ed è una delle parti più importanti delle loro giornate, molte volte però finisce per negare loro la possibilità di avere del tempo libero, da dedicare interamente a loro stessi senza il continuo pensiero di verifiche e interrogazioni. Lo sport, fondamentale per la crescita e la salute, non solo dei più piccoli, spesso diventa un lusso per quei pochi che non sono costretti a studiare fino a tardi durante la settimana. All’estero la scuola stessa promuove molte ore pomeridiane di attività fisica, corsi di lingue straniere e approfondimenti sugli argomenti trattati in classe, tutti facoltativi ma facili da frequentare, perché il tempo libero dopo le lezioni mattutine è nettamente maggiore.

 

La scuola, dunque, rende anche difficile la vita di noi studenti: incastrare tutti gli impegni extracurricolari, cercare di mantenere una vita sociale abbastanza attiva e comunicare sempre per non incappare in incomprensioni con compagni e professori potrebbe quasi essere una professione! Tutte queste problematiche, però, sono tipiche solo delle nuove generazioni o ci sono sempre state? A cosa sono dovute: ai singoli casi o a una più grande incapacità istituzionale? Esiste un modo per porre rimedio a tutte queste “piccole” problematiche che sommate insieme creano disagi a tutti i componenti della scuola?

 

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