Il DaVigo non è pronto ad una assemblea plenaria: un problema generazionale?

di Martina Turra e Alberto Zali

– In data venerdì 28 aprile, si è tenuta nella palestra del Da Vigo l’assemblea plenaria, assemblea d’istituto ideata dai rappresentanti affinché gli studenti potessero avere uno spazio per discutere delle problematiche riguardanti la scuola, l’adolescenza ma anche l’attualità e la politica.

Tuttavia, come ben sappiamo noi ragazzi del Da Vigo, benché le premesse fossero buone e gli argomenti trattati sembrassero tutto sommato coinvolgenti, l’assemblea di venerdì scorso si è rivelata, a detta dei più, un fallimento sotto tutti i punti di vista.

L’inchiesta

Per far luce su questa faccenda, la redazione scuola ha sottoposto ad un sondaggio 35 ragazzi, ponendo alcune semplici domande.

Dalle interviste è scaturito che una buona parte dei ragazzi ritiene che ci sia pochezza di ideali nella nostra generazione. Gli studenti intervistati ritengono che gli argomenti di attualità siano in generale interessanti, sebbene molti abbiano ammesso di vivere ancora in “un mondo a parte” e di non rendersi conto fino in fondo di ciò che accade intorno alla propria sfera personale. Mosche bianche sono quindi coloro che si sono sentiti coinvolti da argomenti quali politica interna ed estera e che, a questo proposito, si son sentiti di intervenire.

Gli intervistati sono corsi tuttavia sulla difensiva, asserendo che una migliore organizzazione ed un ambiente meno dispersivo rispetto alla palestra del Da Vigo avrebbero certamente elevato il numero di partecipazioni ai vari dibattiti. Le accuse sono virate contro i rappresentanti, il cui esortare quanta più gente possibile a parlare non è stato gradito. La maggior parte degli intervistati infatti ha sottolineato quanto per un ragazzo sia difficile e altresì imbarazzante prendere una posizione circa un determinato tema dinnanzi a centinaia di ragazzi di cui neppure si conosce il nome.

Considerazioni

Come denuncia la maggior parte dei pareri che abbiamo riscontrato, molti studenti preferiscono vivere secondo la massima epicurea “vivi nascosto”. Esporsi davanti ad un pubblico, che è un pubblico giudice, pronto a criticarti per quelle che sono le tue idee, è visto come un qualcosa di sconveniente e quindi evitabile. Il clima dispersivo, come sottolineato da alcuni, è uno dei fattori negativi che sono andati ad incidere sullo scarso successo dell’assemblea. Talvolta, il timore non è stato tanto quello di essere giudicati per le proprie idee, quanto più quello di rimanere inascoltati, rivolgendosi ad una folla distratta e rumoreggiante.

Siamo quindi veramente di fronte ad una mancanza di ideali? Benché un gruppo anche cospicuo di ragazzi, alcuni dei quali sono stati fra i pochi a schierarsi durante l’assemblea plenaria, asserisca che siamo di fronte ad una crisi generazionale, che porta i più alla perdita di ogni qualsivoglia ideale o sogno da perseguire, noi di Sharing crediamo che la causa sia da ricercare altrove. È stato proprio il fatto che un semplice sondaggio a quattro opzioni abbia portato diversi ragazzi a voler esprimere un proprio parere riguardo a questa faccenda che ci ha messi di questo avviso.

Non bisogna quindi disperare…

È innegabile che si percepisca un distacco notevole nei confronti di argomenti che fuoriescono dalla sfera della adolescenza, tuttavia non bisogna disperare né tantomeno accusare i giovani per questa sorta di apatia e atarassia. Sarebbe più utile invece andare a ricercarne le cause, a cominciare dall’incapacità di argomenti quali la politica e l’attualità di attirare e affascinare il mondo dei giovani.

I desideri degli studenti

Organizzare un’assemblea plenaria, che verte quasi interamente sulla partecipazione e sul coinvolgimento dei ragazzi, agli sgoccioli dell’anno scolastico è stata quindi una scommessa persa dai rappresentanti. La grande maggioranza degli studenti avrebbe preferito assistere ad un’assemblea artistica, sebbene si rendano conto che organizzarne una avrebbe richiesto molto più tempo, per del fatto che sarebbe stata richiesta una quota di partecipazione a ciascuno di noi per affittare il teatro delle clarisse. In alternativa, alcuni avrebbero apprezzato anche una assemblea di autogestione. Ma c’è ancora un mese prima della fine della scuola e chissà che i nostri rappresentanti non si inventino qualcosa a tal proposito.