Da Hong Kong un segnale per tutta la Cina

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di Enrico Tognon

In questi giorni anche ad Hong Kong si è festeggiato il capodanno cinese: nell’omonima metropoli sono soliti i grandi festeggiamenti, soprattutto le strade del quartiere di Mong Kok, colorate da numerose bancarelle. Nella notte fra lunedì 8 febbraio e martedì 9 febbraio ci sono stati scontri con la polizia a seguito del tentativo di sgomberare le bancarelle abusive, che di solito sono sempre tollerate, soprattutto in questo periodo di festeggiamenti. Un gruppo di attivisti si è riunito grazie all’hashtag #fishballrevolution, nato da un tipico spuntino venduto per queste bancarelle, protestando contro un sistema sbagliato: il governo centrale di Pechino – infatti – esercita sempre più controllo e potere sulla gente, limitando l’indipendenza del Paese. Allora la questione degli sgomberi forzati era solo un pretesto? Sicuramente in parte sì, ma non dimentichiamoci che sono proprio le piccole cose che spesso portano al cambiamento. Inoltre nella manifestazione ci sono stati episodi di violenza con numerosi feriti e arresti. Credo, però, che a seguito di avvenimenti di questo tipo, non si debba incorrere nell’errore di ricordare solamente i fatti di violenza e dimenticare i reali messaggi che la popolazione vuole dare. Hong Kong così non può andare avanti. E nemmeno la Cina.

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