#ShareTheStory/Un altro dj Fabo costretto a fuggire in Svizzera

di Francesca Sanfilippo

– “Ecco Davide in Svizzera. Deciderà se confermare la decisione di accedere alla assistenza alla morte volontaria.” Scrive così Marco Cappato, lider dell’associazione Luca Coscioni a favore dell’eutanasia legale.

LA RINUNCIA ALLE SUE PIU’ GRANDI PASSIONI

Davide, toscano di 53 anni, era un barista il quale nel lontano 1993, all’età di 27 anni, cominciò a soffrire i primi sintomi di quella che sarebbe stata la sua grande malattia: la sclerosi multipla. Non sentiva più una parte del suo corpo e non poteva più giocare a calcio, il suo passatempo preferito. Aveva anche una grande passione per la musica ed era un vulcano di idee e sogni con la forza di realizzarli. Col passare del tempo la malattia diventava sempre più crudele e insopportabile, non riusciva a fare il più semplice gesto come mangiare e dormire. Viveva con la madre di 73 anni con importanti problemi di salute e assumeva farmaci molto forti, compreso il metadone con grandi effetti collaterali e la cannabis terapeutica – concessa dalla regione Toscana- che gli dava sollievo.

A fine 2016 Davide non riusciva più a sopportare quel “dolore addosso tutto il giorno” e riteneva che non fosse più “una vita da vivere ma una condanna da scontare”. Pertanto ha deciso di ricorrere all’eutanasia che definisce “una liberazione, un sogno, una vacanza.” La madre, nonostante la sua immensa sofferenza, lo ha capito e sostenuto in questa sua scelta: suo figlio parlava a fatica e ogni minimo movimento gli provocava insopportabili dolori. Davide così si è rivolto a Marco Cappato il quale lo ha aiutato a raccogliere il denaro necessario per fuggire in Svizzera.

RITORNA IL TEMA DEL SUICIDIO ASSISTITO

A quasi 2 mesi dalla morte di Fabo, ecco il nuovo caso di un uomo italiano al quale è preclusa l’unica via d’uscita che gli resta. Per percorrerla non gli resta che andare all’estero perché in Italia, sotto questo punto di vista, siamo ancora sprovveduti. Ma è davvero giusta questa legge sull’eutanasia? E’ davvero giusto permettere ad un uomo di farla finita con il bene più prezioso che gli è concesso? Probabilmente l’affetto della famiglia non gli bastava più. Noi siamo liberi, liberi di vivere ma anche di morire, scappare da una vita che ci sta stretta. Molti di noi non saprebbero dire se questa pratica sia giusta o sbagliata, fatto sta che non possiamo permetterci di giudicare un uomo che ha preso una decisione così delicata poiché non saremmo in grado, neanche lontanamente, di immaginare l’immenso dolore che Davide -come dj Fabo e come moltissime altre persone affette da malattie di questo genere-  provano nei confronti della vita.

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