Cosa sta accadendo nelle Filippine?

di Adriano Torrero

– Molti si chiederanno cosa stia accadendo nelle Filippine a 9 mesi dall’elezione di Rodrigo Duterte, domanda a cui possiamo rispondere con un numero: 6155.

DUTERTE CONTRO TUTTI

6155 sono il numero di persone uccise (molte volte anche torturate) dalla battaglia di Duterte contro la malavita locale, in particolare contro gli spacciatori. Sin dalla propria campagna elettorale alcuni epiteti poco signorili rivolti a giornalisti ed a primi ministri di vari Paesi hanno ci hanno lasciato l’impressione di trovarci di fronte ad un personaggio molto difficile da gestire oltre che da giustificare. Appena insediatosi il neopresidente si è scagliato contro gli Stati Uniti e le associazioni umanitarie di tutto il mondo, preoccupati dai suoi intenti violenti (minacciando pubblicamente di ammazzare tutti gli spacciatori o consumatori di droghe). Come risposta Duterte elencò al presidente Obama una lista di crimini commessi dagli stessi statunitensi nei confronti della popolazione locale, sostenendo che “ormai da anni non siamo più una colonia americana”, proteggendosi in tal modo dagli attacchi moralistici del loro alleato più forte.

LA BATTAGLIA AL COMMERCIO ILLEGALE DI STUPEFACENTI

Bisogna ricordare che Duterte, prima di essere stato eletto presidente, è stato sindaco di Davao, importante centro nel sud dell’isola di Mindanao, dove contro la criminalità legalizzò di fatto le temute “Squadre della Morte di Davao” (Dds), responsabili delle uccisioni di presunti scippatori e spacciatori, perlopiù ragazzini di strada.

COME FA DUTERTE AD AVERE UN COSI’ LARGO CONSENSO?

Tuttavia queste “squadre” punitive ( a cui venivano affidati dalla polizia un elenco di persone da eliminare) hanno l’approvazione della popolazione locale, sostenendo l’efficacia di questo metodo e ritenendo che “se non fai niente di male non hai nulla da temere”; addirittura una tv locale, chiedendo agli spettatori cosa si potesse fare contro una nuova ondata di criminalità che aveva investito la città, registrò il 67% dei telespettatori favorevoli al ripristino del Dds. Molte famiglie sono uscite distrutte dalle azioni repressive di Duterte, avendo causato la morte di ragazzi molto giovani, talora neppure maggiorenni, creando un clima di terrore tipico delle dittature. Eppure Duterte é stato eletto grazie ai suoi legami con il precedente dittatore (anni ’80 ) Imelda Marcos ( che é rimasto comunque molto popolare fra i componenti della classe media) ed alle sue conoscenze con i gruppi comunisti contro Marcos, potendosi assicurare il voto anche di elettori talora di fazioni opposte.

CONCLUSIONI

Insomma, il mondo sta assistendo all’ennesima carneficina attuata da un presidente sanguinario nei confronti dei propri concittadini senza che nessuno sia in grado di affrontare efficacemente questa difficile situazione. E’ doveroso inoltre ricordare che i malviventi “ricchi” non subiscono questa persecuzione, mostrando un’altra volta come ogni azione politica o economica sia dettata dal profitto.