Il futuro si paga con la carta

Di Daniela Tarquini

Cosa comporterebbe la totale assenza di contanti?

Nelle società scandinave, quali Norvegia, Finlandia e Svezia, i casi in cui si paga in contanti sono molto rari e anche un caffè al bar viene “comodamente” pagato con carte elettronica. Anche negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove la maggior parte delle operazioni è svolta attraverso mezzi elettronici. Secondo l’opinione comune, il “cash”, potrebbe definitivamente scomparire entro il 2036. Si prevede che la Svezia sarà la prima Nazione ad abolire la circolare del contante. Ogni anno l’UE spende circa 60 miliardi di euro per la gestione del denaro contante. Pertanto, con l’abolizione del cash si avrebbe un risparmio nei costi di bilancio che sarebbe tradotto in un maggior beneficio collettivo. Secondo il World Payments Report di Capgemini, le transazioni globali in moneta elettronica hanno raggiunto un numero pari a circa 360.000 miliardi, continuando il trend di crescita già da molti anni. Inoltre tutte le transazioni potrebbero essere tracciate e si andrebbe a limitare fortemente quei dannosi fenomeni costituiti dall’evasione fiscale, dalle attività illecite, dal lavoro nero e dalla falsificazione del denaro: pretendere di eliminare tali fenomeni sarebbe assolutamente irreale in quanto è ipotizzabile che verrebbero creati nuovi sistemi per eludere i controlli. Le resistenze all’eliminazione del contante non sono tanto legate all’aspetto tecnologico, quanto più all’avversione che dimostra una certa fascia di popolazione nell’utilizzare la moneta digitale (soprattutto quella meno giovane e meno istruita).

A cosa si deve l’abbandono del contante

Stando alle rilevazioni, man mano che un Paese cresce in benessere, la tendenza ad abbandonare il contante aumenta per motivi di sicurezza, comodità e costi. I consumatori possono pensare che l’uso del denaro contante non abbia un costo, ma in realtà non è così per banche e venditori: va contato, impacchettato, lavato, sostituito, eventualmente fuso e/o rifuso, conservato e sorvegliato. Ogni Paese spende ogni anno circa l’equivalente dello 0,5-1% del proprio Pil per gestire il denaro contante, e molti economisti sostengono che anche le politiche monetarie delle Banche Centrali sarebbero più efficaci in un mondo senza denaro contante circolante. Senza dubbio ci sono anche lati negativi nell’abbandonare il contante. Ad esempio, installare i pos può essere costoso, andrebbe reso universale il possesso del conto bancario, compreso per le persone più povere. Anche le preoccupazioni riguardanti la perdita dell’anonimato nei pagamenti può essere legittima e il contante è sempre stato un bene rifugio in caso di problemi geopolitici o nell’eventualità di crack informatici.Tuttavia, i vantaggi di un mondo senza circolante, soprattutto dal punto di vista commerciale, sono senza dubbio maggiori.