Giappone ed Ecuador, trema la terra. Ma trema ancora la nostra anima?

 

– di Camilla Podini

– Giappone, 1.25 ora locale: un terremoto di magnitudo 7.3 sconvolge la notte appena trascorsa. Situazione analoga alla sera precedente, quando una scossa di magnitudo 6.5 aveva inaugurato uno sciame sismico di assestamento. 29 i morti, 1.500 i feriti e 70.000 gli sfollati stando agli ultimi dati in continuo aggiornamento, in quanto le ricerche dei dispersi stanno proseguendo in questi istanti. Ecuador,  ore 2 (ora italiana), il nord del paese è colpito da una scossa di magnitudo 7.8 e porta con sè 233 morti e migliaia di feriti. Due paesi in ginocchio nelle ultime ore sotto i riflettori dei media e dell’opinione pubblica di tutto il mondo.
Trema la terra e trema di conseguenza la nostra anima, scossa da paure, timori e incertezze. Impossibile prevedere l’ora, il luogo e l’intensità di un’eventuale futura scossa, impossibile farci trovare preparati e impossibile vivere in costante allerta, anche in una zona non altamente sismica come l’Italia. Infatti, quando le notizie dal Giappone e dall’Ecuador termineranno e i mass media finiranno di parlarne, torneremo tutti alla solita vita, senza il terrore e il timore che questo catastrofico evento ci ha provocato. Saranno vite dimenticate? Messe da parte? O forse semplicemente nascoste per non vivere quotidianamente le paure e la consapevolezza che un improvviso e catastrofico evento ci può, da un momento all’altro, portare via tutto. Non ci piace sentirci deboli, non ci piace sentirci in balìa di agenti esterni, soprattutto se imprevedibili ed inevitabili: siamo abituati a considerarci potenti ed invincibili, fino a quando un evento come il terremoto che ha scosso Giappone ed Ecuador, arriva a scuotere il nostro cuore e a distruggere le nostre certezze, lasciando spazio solo alla solidarietà e, in definitiva, all’impotenza.

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *