Giornata della liberazione/Piena intransigenza o integrazione?

di #sharingwednesday

-Concediamoci, con questo breve articolo, pochi minuti per riflettere su ciò che sta accadendo intorno a noi: alla vigilia del settantaduesimo anniversario della liberazione, l’Europa continua ad anteporre brutali scontri all’idea di pace.

Tra sabato 21 e domenica 22 diversi centri sociali, migranti ed il gruppo NO TAV, hanno tentato l’accesso al confine francese mobilitandosi contro la Gendarmerie. La scelta della polizia di posizionare reti anti-profughi sul Colle de l’Echelle ha scatenato il grido di protesta dei manifestanti: “Un gruppo di NeoNazisti presidia il Colle della scala, tutto questo è inaccettabile! È urgente dare una prima risposta: i partigiani che su queste montagne hanno dato tutto, anche la vita, si stanno rivoltando nella tomba”. Il tutto è stato così annunciato dal movimento NO TAV che, dopo vari dissidi con le forze dell’ordine, è stato affiancato da alcuni migranti; da qui, insieme, hanno raggiunto Briançon.

Episodi del genere, purtroppo, non sono solo casi isolati: basti pensare alla vicenda di Benoît Duclos, una guida alpina che lavora da mesi come volontaria nel valico tra Francia e Piemonte e che si occupa di operazioni di soccorso ai tanti migranti che si avventurano ad alta quota per provare ad attraversare la frontiera. Duclos, tra Monginevro e Claviere, dopo aver avvistato una famiglia nigeriana che arrancava sulla neve, formata da due bambini piccoli ed una madre in avanzato stato di gravidanza, non ha esitato a prestare loro soccorso. Mentre Duclos cercava di arrivare in auto all’ospedale più vicino, così da poter offrire cure adeguate alla famiglia, la Gendarmerie ha bloccato il veicolo ed ha contestato la mancanza di documenti. Duclos racconta di aver implorato i poliziotti di poter raggiungere un ospedale non distante dal punto del controllo, ma polizia è stata irremovibile, non curandosi della donna che di lì a poco avrebbe partorito. Benoît Duclos ha ricevuto un avviso di garanzia per aver violato le leggi sull’immigrazione e, presumibilmente, sarà processato.

Da mesi la Francia non riesce a trovare il modo per bloccare gli ingressi illegali, ma evidentemente la soddisfazione di punire coloro che sostengono e soccorrono le persone in grave pericolo, è un balsamo ideale per lenire il fallimento politico. Lo stato è arrivato al punto di castigare un suo stesso membro per la sua umanità.

Da sempre i più poveri ed i più emarginati hanno combattuto perché venisse loro concesso un tenore di vita migliore e più dignitoso. Nel corso della storia rivolte come quella di Spartaco, la marcia del Sale di Gandhi e quella per i diritti civili a Washington hanno influenzato profondamente il nostro attuale concetto di società. Sono sempre stati numerosi gli artisti e i letterati che hanno cercato di dar voce all’angoscia e al disagio di queste classi sociali; emblematico, a nostro parere, è Il Quarto Stato di Giovanni Pellizza da Volpedo. Il quadro rappresenta un gruppo di braccianti che marcia in segno di protesta in una piazza, probabilmente piazza Malaspina a Volpedo. L’avanzare del corteo non è affatto aggressivo bensí lento e sicuro, atto a suggerire un’inevitabile vittoria. In primo piano vengono definiti i tre soggetti del quadro: una donna con un bambino in grembo e due uomini. L’uomo alla destra della donna è presumibilmente il protagonista della scena, ma rappresenta la compattezza e la forza dell’intero gruppo di manifestanti. La donna, personificazione della maternità e della delicatezza, invita il seguito a non arrendersi. Il gruppo, infine, insieme al ragazzo sulla sinistra, dimostra di avere il totale controllo della situazione, particolare riscontrabile negli sguardi dei personaggi che, grazie all’attenzione del pittore, sono volti in più direzioni.

La redazione ha scelto un classico della storia dell’arte per presentare questa tematica. Potrebbe addirittura risultare banale proporre proprio quest’opera, eppure il significato da noi attribuitole non lo è: la violenza e l’arroganza, che ormai hanno preso piede nella vita di tutti i giorni, vengono sostituite dalla manifestazione pacifica, dalla libertà di pensiero e di parola.

Oggi, mercoledì 25 Aprile, appare come un brutto scherzo parlare di liberazione su uno sfondo di rabbia e prepotenza. Proprio per questo siete invitati a mascherare questo contorno, ormai comune ad ognuno di noi, proponendoci varie opere, spaziando dal cinema alla fotografia, dalla musica alla scultura, per sensibilizzare le persone all’ampliamento dei proprio orizzonti promuovendo il concetto di scambio ed integrazione.