Noi e gli smartphones/Un curioso esempio di responsabilità a Finale Ligure

di Alberto Zali

– Quale ruolo ha lo smartphone nelle nostre vite? È una domanda che, seppur inconsciamente, ci poniamo spesso. Il dubbio sorge nel momento in cui, sommersi dalle verifiche e dalle interrogazioni, coinvolti in una lotta perenne con i nostri professori per strappare una tanto agonizzata sufficienza, non riusciamo a staccare gli occhi e ad emanciparci dal nostro cellulare. Ne consegue che l’opinione che gli adulti hanno della nostra generazione non sia delle migliori. Anzi, spesso veniamo etichettati come fanfaroni che pensano solo a divertirsi, incuranti nella maniera più assoluta del fatto che, un giorno, dovremo essere indipendenti e costruirci un nostro futuro.

Non pensate che sia giunta l’ora di dare una sorta di schiaffo morale a tutti quelli che pensano ciò di noi? Bene, in tal caso potrete rallegrarvi… ci hanno già pensato! È successo a Finale Ligure e i nostri beniamini sono gli studenti dell’istituto alberghiero “Migliorini”. Concluso il primo quadrimestre, gli alunni della 2a F, avendo riscontrato uno scarso rendimento e un generale calo dei voti, si sono fatti un esame di coscienza e hanno deciso di andare a recidere il problema alla radice: si sono autosequestrati i cellulari!

“I telefonini ci distraggono, li consegniamo ai prof”

Il primo passo avanti verso la disintossicazione da smartphone è rendersi conto della propria dipendenza. Solo allora ci si può impegnare per combatterla. La parola d’ordine è: “non sottovalutare”. Ed è stata proprio questa la prima grande conquista dei secondini dell’alberghiero di Finale Ligure. Hanno compreso quanto l’utilizzo del cellulare in classe fosse deleterio per il loro apprendimento e si sono autodenunciati, così da eliminare ogni possibile tentazione. Una scelta drastica? Forse no… si tratta di imparare a sopravvivere un paio d’ore senza rimanere costantemente “connessi”. Inutile dire che i risultati si sono rivelati ottimi e le medie dei voti hanno risentito di un sensibile aumento. Finalmente, conseguire una sufficienza al Migliorini di Finale Ligure non è più un qualcosa di utopico!

Non solo a scuola…

“Siamo sempre più connessi, più informati, più stimolati ma esistenzialmente sempre più soli”, scrive lo psichiatra Tonio Cantelmi. Partendo da questo aforisma, propongo a tutti i lettori uno spunto per riflettere: l’abuso dello smartphone, sebbene sia maggiormente accentuato negli adolescenti, coinvolge anche i più grandi. Vi siete mai accorti di quanto silenzio ci sia quando uscite con gli amici o quando siete seduti a tavola con la vostra famiglia? Ci si scambia quattro parole disinteressate, di routine, prima che gli sguardi ricadano sullo smartphone che nel frattempo ha segnalato l’arrivo di una notifica da Facebook o da WhatsApp. E cala il silenzio. Forse abbiamo perso la capacità di comunicare. Non siamo più uomini, siamo “social”, leoni da tastiera incapaci di sostenere una conversazione faccia a faccia.

Dovremmo, forse, essere meno connessi e più aperti alla vita reale. C’è chi dice che sia proprio questa  assenza di dialogo a spingere noi giovani a sentirci tanto vuoti e soli, incapaci di essere compresi.

Ma la tecnologia è utile e non ne possiamo fare a meno

Non vorrei che qualcuno pensasse – forse sto sopravvalutando un poco la mia capacità persuasiva – dopo aver letto questo articolo alla tecnologia come a un demone della nostra società. Una volta, per fare una semplice ricerca, bisognava andare in biblioteca, leggere decine di titoli e sfogliare altrettanti libri solo per ottenere un’infarinatura generale su un argomento. Ora, con un “clic”, abbiamo a disposizione tutte le informazioni necessarie per approfondire un argomento o – perché no – anche saggiarne solo la superficie.

Internet è una risorsa dal valore inestimabile di cui bene o male tutti hanno la fortuna di disporre. Ma, come tutto nella vita, ha i propri aspetti negativi. E questi aspetti negativi vengono a galla quando l’uso che se ne fa è improprio. Dobbiamo quindi dimostrare, a noi stessi in primis, di essere in grado di usufruirne in maniera responsabile. E quello degli studenti di Finale Ligure altro non è che un esempio lampante di responsabilità.