Lasciate ogni speranza, o voi che studiate

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a cura della redazione Scuola

Voglia di studiar, saltami addosso! Quante volte ci viene in mente questa frase quando ci troviamo di fronte ad un pomeriggio di studio “matto e disperatissimo”.
Prima di aprire i libri, molti pensieri si affollano nella nostra mente e una domanda sorge spontanea: perché devo faticare? Perché devo costringermi a capire e imparare questa materia verso cui non provo alcun interesse? A che cosa serve tutto questo? Le risposte sembrano scarseggiare, la motivazione pure. Un bivio si presenta. Resistere o mollare. Cercando però di rispondere a queste domande ce ne sorge un’altra: e se i grandi personaggi di cui tanto sentiamo parlare si trovassero nella nostra stessa situazione? Aprendo i libri e dovendo studiare pagine e pagine di materie che non ritengono interessanti, si ritroverebbero a dire che “a volte anche il pensar danneggia la salute”. Ma i grandi della storia sono tali proprio perché con la loro tenacia ci dimostrano che la fatica porta frutto e “il perder tempo a chi più sa più spiace”. Attraverso il loro esempio intuiamo che “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” e che “chi é causa del suo mal pianga se stesso”. Dobbiamo dunque riconoscere che “la cultura è il miglior viatico per la vecchiaia”. Ci viene sempre detto che imparare è un grandissimo privilegio e molto probabilmente è vero. Forse noi ragazzi ce ne accorgeremo crescendo. Per adesso non ci resta che sperare e resistere. Come direbbe il nostro caro Manzoni: “ai posteri l’ardua sentenza”.

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