Lo show di Toti e la performance di Sgarbi

di Valentino

– Il 14 novembre, all’Excelsior Palace di Rapallo, ho assistito ad un incontro con il governatore della Liguria Giovanni Toti (FI) e il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, i quali hanno spiegato il Referendum Costituzionale soffermandosi sui sindaci e sui consiglieri regionali che, se passerà la riforma, diventeranno senatori.
Il primo ad aver preso la parola è stato il governatore Toti, il quale, dopo una piccola gaffe (ha detto che il Referendum si sarebbe tenuto il del 4 novembre invece di dicembre), ha parlato di come risulti problematico per lui e per i consiglieri regionali il fatto che le stesse persone che lavorano come sindaci o come consiglieri regionali siano anche senatori. Inoltre, ha riflettuto sul numero dei senatori delle regioni: essi sono proporzionali al numero degli abitanti di quest’ultime, ma è strano che la Liguria debba avere lo stesso numero di senatori della provincia autonoma di Trento (che poi è solo una provincia).
“È anche vero che abbiamo un rapporto problematico con il governo Renzi, ma darci solo 2 miseri senatori mi sembra eccessivo”, ha detto.

Dopo Toti, ha preso la parola il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Nonostante la finalità dei discorsi fosse sempre la stessa, Toti ha discusso del problema dal punto di vista come Presidente della Regione, mentre Sgarbi ne ha parlato dal punto di vista di un normale cittadino: si è lamentato del fatto che il senato diventi come “una porta girevole”, in quanto ogni regione ha mandati che scadono in diversi anni e che quindi diventi quasi impossibile per i senatori proporre iniziative. Il critico ha lasciato una parte del discorso anche all’Italicum, e ha accennato in modo ironico come i seggi sarebbero sproporzionati al voto popolare: “Se un partito prendesse il 50% dei voti, avrebbe i seggi pari a Mussolini, se avesse il 40%, sarebbe vincitore con tanti seggi”.
Mi hanno fatto riflettere molto i loro discorsi, soprattutto quello di Sgarbi, che ha parlato secondo il punto di vista di noi cittadini.

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