Paura in Pakistan. La chiamiamo ancora pace?

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a cura della Redazione Attualità

 

Il terrorismo colpisce ancora una volta il Pakistan. Nel parco di Lahore più di 300 sono i feriti, e i deceduti, 72 fin’ ora, continuano ad aumentare. Le vittime della sconvolgente strage, avvenuta intorno alle 19 (ora locale) del giorno di Pasqua, sono soprattutto donne e bambini appartenenti alla minoranza cristiana del paese, che stavano concludendo i festeggiamenti della giornata.
《L’obiettivo erano i cristiani.》Sottolineano i talebani del gruppo Jamatul Ahrar, aggiungendo che i kamikaze continueranno ad operare durante l’intero 2016 e che questo è solo l’inizio. “Saut-ul-Raad”, tradotto La voce del tuono, sarebbe questo il nome della serie di attacchi iniziati il 15 marzo 2015 all’ingresso di due chiese di Lahore.
Il giovane attentatore, identificato come Yosuf, si è fatto esplodere vicino alle altalene, vicino ad un ingresso dell’Iqbal Park, nel mezzo della folla che occupava perfino tutte le vie di accesso. Non vi era alcun servizio di protezione presso le entrate di quello che è uno dei più grandi parchi di Lahore.
Centinaia di feriti sono stati trasportati agli ospedali grazie all’uso dei taxi e degli autorisciò che erano parcheggiati all’uscita dell’area del parco.
Ancora una volta, ad essere colpita nel profondo è una popolazione innocente e indifesa, con la scusa di una guerra che nemmeno gli appartiene. Così, gli estremisti hanno distrutto l’essenza di tutti. I cittadini però non si sono abbattuti. Infatti negli ultimi giorni grandi folle sono accorse presso gli ospedali per donare il sangue necessario ai feriti, e per, in questo modo, protestare contro coloro che cercano di rendere la loro esistenza il più difficile possibile.
La chiamano guerra di pace, sul serio le parole guerra e pace possono stare nella stessa frase? Come si puo arrivare ad ottenere la pace mediante una guerra?
Hanno detto che l’obiettivo principale fossero i cristiani, ma sotto una tale minaccia non si possono fare distinzioni fra razze, sesso o religioni diverse. Siamo tutti esseri umani e solo insieme si può risolvere questa piaga dell’umanità.
Sorprendente è anche la nostra ostinazione nel sostenere, nonostante tutte le tragedie che stanno segnando tutto il mondo, che siamo una società “evoluta”. Se viviamo in questa acclamata era tecnologica così avanzata, perché non riusciamo neanche a restare in pace tra noi?
Siamo prigionieri di un mondo tenebroso che solo a tratti ci fa vedere la luce.
Abbiamo un nemico, ma non sappiamo com’è fatto e di conseguenza come affrontarlo. È una situazione comune non solo tra gli stati europei, ma tra tutti i paesi della Terra, per questo dobbiamo unirci nella solidarietà, nella speranza e nel coraggio.
Viviamo in un mondo in cui si allude ad una libertà che in realtà non esiste.
Siamo costantemente in allerta, la nostra vita è monopolizzata dal terrore.
Si può vivere così?
Rimane solo la speranza che regala attimi di ossigeno puro ricordando quanto fosse importante vivere nella semplicità.

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