Stiamo vivendo nel periodo più buio dell’umanità?

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a cura della Redazione Social Marketing

– Il 2015 è stato l’anno migliore nella storia dell’umanità.
I progressi sono stati innumerevoli ed evidenti dal punto di vista politico, della qualità della vita e della tecnologia.

Malgrado ciò le fonti di informazione non hanno fatto altro che riportare in continuazione attacchi terroristici, carestie, disastri ambientali ed altre catastrofi. Perché, con tutto quello che è successo di brutto, dovremmo aver vissuto l’anno migliore della storia?
Dalla fine dello scorso agosto le donne dell’Arabia Saudita hanno conquistato il diritto di voto, pochi mesi dopo è stata abolita in Cina la politica del figlio unico. In Africa la poliomielite cosiddetta “selvaggia” si sta estinguendo e dal 2000 i casi di morbillo si sono ridotti di circa due terzi a livello mondiale. A metà di settembre un giovane uomo paralizzato è diventato la prima persona a percepire sensazioni fisiche attraverso una mano robotica, dando la possibilità di percorrere nuove strade verso il trattamento di questo tipo di condizioni mediche. Insomma, i bambini nati nel 2015 sono nati nel migliore degli anni. Eppure, secondo l’opinione pubblica, dieci anni fa le cose andavano meglio.
Com’è possibile? Cosa distorce la nostra percezione della realtà?
Grande responsabilità in questo l’hanno i social media e le loro notizie pessimistiche. Una visione più oggettiva dei fatti, che comprenda sia lati positivi che negativi della vicenda, si trova più facilmente sui giornali cartacei o nei telegiornali, ormai in disuso.
Sappiamo tutti quante siano le vittime degli attentati a Bruxelles, ma non conosciamo altrettanto facilmente quante persone siano sopravvissute. I decessi naturalmente determinano la gravità del fatto, ma non possiamo lasciare che la paura e la disperazione offuschino la nostra capacità di giudizio.
Sarebbe opportuno venire a conoscenza anche di ciò che di bello accade nel mondo nonostante facciano notizia soprattutto le vicende negative. Conosciamo tutte le vicende drammatiche mondiali: i social le “vendono” per avere maggiore visibilità; ma ci rendiamo conto anche della bellezza che ci circonda?
Siamo pessimisti e abbiamo una visione distorta del mondo, eppure stiamo meglio di tutti i nostri antenati.
La soluzione? Distinguere quello che pensiamo da quello che i media ci inducono a pensare.

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