Prediciottesimo: trend o trash?

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di Rossella Carta

– Prediciottesimo: alla lettera, il periodo che precede il raggiungimento dei tanto agognati 18 anni!
Ma sul Web assume anche un altro significato.
La moda di girare un video che ha come protagonista il festeggiato è nata in America, ma ci ha raggiunto già da qualche tempo, e sembra che ormai nessuno possa farne a meno. Molti denominatori comuni: la bellezza, la voglia di farsi vedere, coccolarsi e viziarsi, essere sexy per un giorno. Tutte caratteristiche di questo cortometraggio, che richiede in realtà parecchio tempo di realizzazione. I giovani che stanno per diventare maggiorenni, e i loro genitori, sono disposti a spendere centinaia di euro per avere questo montaggio che ambisce alla perfezione e che poi condivideranno immediatamente sui social per far vedere a tutti quanto siano belli. Tutti i tipi di prediciottenni aderiscono, sia maschi che femmine, e vengono ripresi in movenze ammiccanti e vestiti in modo sfarzoso. Le location sono le più diverse e lussuose, dalla spiaggia a una villa a un bordo piscina a un immenso prato verde, e questo fenomeno può in realtà essere osservato da due punti divergenti. Da una parte essendo un “regalo” accessibile a tutti, attira molto: a chi non piacerebbe essere sotto i riflettori e potersi comportare come divi del cinema per un giorno? Inoltre è anche l’occasione per chi normalmente non segue i canoni di bellezza imposti dalla società odierna di realizzare se stessi, essendo a proprio agio con il proprio corpo e vedendosi belli in modo soddisfacente. D’altra parte, in questo modo si rischia anche un po’ di cadere nel ridicolo, o semplicemente di apparire troppo superficiali e fissati con l’apparenza. L’equilibrio, si sa, sta nel mezzo: la bellezza interiore è tanto importante quanto quella esteriore? Sicuramente il coltivare belle qualità ci migliora dentro, ma anche esteticamente, e spesso il nostro aspetto è un chiaro biglietto da visita. E tu, che tipo sei? Sei convinto che l’apparenza sia tutto per poter essere felici…o c’è di più?
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