Quella moda un po’ cool di fare sciopero per il freddo

Di Claudia Demontis e Camilla Groppo

 

-A poche settimane dall’inizio del nuovo anno, non si può negare che il lupo perda il pelo ma non il vizio: attenzione, non stiamo parlando di un nuovo taglio di capelli e neanche di un gruppo di alcolisti anonimi. Ebbene, nonostante negli anni si siano svolti diversi cicli di generazioni, le manifestazioni studentesche negli istituti superiori paiono essere diventate, ormai, una “habitude”.

 

LE MANIFESTAZIONI IN ITALIA

In questo periodo dell’inverno pare che l’Italia stia tremando a causa dell’inaspettatissimo gelo di Gennaio. Nella penisola si sono verificati diversi casi in cui alcune scuole hanno dovuto temporaneamente arrestare l’attività scolastica proprio per il freddo e per temperature eccessivamente basse presenti nelle aule. Molti genitori e studenti si sono lamentati per le condizioni termiche negli istituti, a volte ben inferiori alla norma. A stupire non sono solamente le numerose strutture chiuse al nord come in Lombardia ed in Piemonte, ma, straordinariamente, anche il Centro ed il Sud Italia stanno soffrendo per questo gelo; a Latina, Messina, Salerno, Palermo e presso molte altre cittadine, moltissime scuole sono state chiuse anche per diversi giorni. A Roma e nei dintorni la situazione pare letteralmente agghiacciante: non solo ci sono tante strutture ancora ferme, ma, coloro che possono frequentare le lezioni, rimangono al freddo a causa del malfunzionamento dei riscaldamenti o della loro completa assenza.

 

LA POST-VERITA’ AL DA VIGO-NICOLOSO

Nonostante il gelo, pare che a riequilibrare il clima basti solamente animare lo spirito degli studenti, ancora un po’ intorpidito dalle vacanze. Proprio quest’ondata di freddo è stata motivazione di proteste in molte città, ma anche in paesi di provincia: caso esemplare è il Liceo Classico-Linguistico-Scientifico Giovanni Da Vigo di Rapallo/ Nicoloso da Recco (GE). Sin dal primo giorno di rientro dalle vacanze invernali, nei corridoi si vociferava di un certo “freddo” e, nel mentre, delle nuvolette di fumo uscivano dalle nostre bocche; la prima settimana dopo la pausa natalizia è sempre stata dura, soprattutto se in classe non si possono sfoderare i nuovi acquisti a causa delle temperature antartiche. Ma si sa che il nostro Liceo non è nuovo a certi fatti, anzi, in molti ci potremmo ricordare dei suoi trascorsi: l’anno scorso, la Succursale subì un danno alla caldaia e per più di un mese si dovette aspettare affinché i pezzi necessari arrivassero e la situazione fosse adeguata; nel frattempo gli studenti dell’istituto del Da Vigo, affiancati dai rappresentati, decisero di “scioperare” e protestare.
Ecco che ieri, 12 Gennaio 2017, è sembrato di tornare indietro di un anno e la ragione pare essere sempre la stessa: i caloriferi.
Dal 2014 la Provincia (ormai città Metropolitana) ha stabilito che le scuole rimanessero chiuse al sabato, cosìcché gli studenti dovessero frequentare le lezioni dal lunedì al venerdì; lo scopo di tale scelta non fu quello di farci stare a casa al sabato per smaltire il venerdì sera, ma un tentativo di risparmio attraverso un minore utilizzo degli impianti di riscaldamento. Questa decisione, tutt’oggi applicata, comporta che nei momenti di transizione, ovvero di riattivazione del riscaldamento, la temperatura possa non essere esattamente ottimale all’interno delle classi e nei corridoi. Eppure, parte del corpo studentesco del Da Vigo non ha accettato di subire queste terribili temporanee condizioni di freddo e, persino, compatisce i vicini di classe, le cui giacche paiono non essere sufficientemente pesanti. Ecco che, proprio la scorsa gelida giornata, gran parte degli studenti del Nicoloso da Recco e del Da Vigo hanno deciso di riunirsi e “scioperare” per un’unica grande causa: far “funzionare” i caloriferi. Una particolare curiosità, decisamente discutibile, è reperibile nel fatto che, una volta misurata la temperatura all’interno dell’istituto di Rapallo, questa fosse miracolosamente nella norma. Sarà stata la forza degli animi ricchi di ideali degli studenti, fuori dall’edificio a ”protestare”, ad aumentare la temperatura? Oppure la temperatura di “Snapchat” che mente?
Tuttavia, l’argomentazione non è terminata ed una parte degli studenti persevera nella lotta, questa volta con un altro obbiettivo: “Abbiamo chiesto di far funzionare i caloriferi e loro li hanno fatti funzionare per davvero!”, ma com’è possibile? Come ci saranno riusciti? Chi lo sa… Il ritorno di Dragonball e dei Saiyan potrebbe aver certamente influenzato le condizioni climatiche, ma temiamo che ciò rimarrà l’ennesimo mistero del Da Vigo insieme alla scomparsa della linea wireless : “ Dove ti nascondi WI-FI?”

STUDENTI SENZA DIRITTI?

Movente delle proteste degli studenti del Nicoloso da Recco e del Da Vigo pare essere il fatto che gli studenti abbiano, apparentemente, il diritto di scioperare, il che potrebbe essere una grandissima notizia o frutto di cattiva interpretazione.
Tralasciando questa sana ironia, legittimata dalla ilarità della paradossale situazione creatasi al Da Vigo la scorsa giornata, oggigiorno si spererebbe che ogni cittadino sappia che la libertà di pensiero è un diritto sacrosanto che appartiene a chiunque, da chi ancora balbetta come un neonato a chi invece parla senza fine come un anziano. A tale diritto va affiancata la libera manifestazione del pensiero, ovvero la possibilità gratuita di riunirsi ed esporre un malcoltento o un bisogno pubblicamente. Per cui, quando parliamo di sciopero, bisogna sottolineare che noi studenti non abbiamo alcun diritto di “scioperare”, poiché tale privilegio appartiene unicamente ai lavoratori, ai salariati; non esistono sindacati per gli studenti delle scuole superiori e, perciò, neanche gli scioperi degli studenti: ciò che noi possiamo fare per esporre le nostre proteste ed i nostri bisogni sono manifestazioni studentesche, pacifiche, se indette secondo motivazioni serie e concrete, per evitare di sfociare nel ridicolo ed essere considerati ”ragazzini prepotenti e pecore da branco”. Agiati nel nostro letto di privilegi e diritti, tendiamo ad essere un po’ troppo smemorati, dimenticando che, se ora non abbiamo da lamentarci che per il malfunzionamento di un impianto di riscaldamento, la nostra fortuna non solo permane, ma non fu di certo gratuita; quante lotte nella storia, per riuscire ad ottenere un obbiettivo ritenuto tanto reale e normale per noi quanto irrealistico ed inconcepibile per i nostri antenati: l’uguaglianza, il diritto al voto universale, la libertà di stampa, la libertà di culto, tutti argomenti che paiono naturali e chiari, ma che nascondono lotte, sacrificio, dolore e sangue alle loro spalle. La creazione e lo sviluppo dei sindacati sconvolse non poco il mondo e, di certo, seminó diverse grane tra i capitalisti, ponendo ostacoli nel loro tipico sfruttamento nei confronti dei lavoratori più piccoli, e non stiamo parlando di studenti.
La ragione per cui coloro che studiano non hanno alcun diritto di scioperare è che non ce ne dovrebbe essere alcun bisogno; astenerci dalle lezioni come protesta è un vero e proprio ossimoro: è illogico che noi rinunciamo consapevolmente ad un nostro preziosissimo privilegio, lo studiare. L’Italia è uno dei pochi paesi ad avere un sistema d’istruzione scolastica quasi completamente gratuita e, seppur non sia sempre stata impeccabile, rifiutare un diritto acclamandone altri, in maniera anche poco motivata, ha poco senso per chi dovrebbe ottenere uno dei gradi di conoscenze maggiori al termine delle superiori. Oggi, come in passato, si continua a combattere per i più grandi ideali, la libertà, la pace, il razzismo, le unioni civili, ma soprattutto per i caloriferi nelle scuole.