Tutto ciò che devi sapere sul Rosatellum bis in 5 minuti!

di Luca

– Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il 3 novembre 2017 la legge di riforma elettorale, il Rosatellum bis. Dopo la firma del Capo dello Stato la legge è in attesa di pubblicazione.  Essa è un mix tra maggioritario (dove ottiene il seggio solo il candidato più votato) e proporzionale (dove i seggi sono assegnati in base alle percentuali di voti), dove il proporzionale la fa da padrone: 64% i listini plurinominali (le circoscrizioni elettorali che esprimono 2 o più seggi) e 36% collegi uninominali (dove i partiti si coalizzano). Sono 20 le circoscrizioni per il Senato, una a regione, 28 quelle della camera.


LE MODALITÀ E IL VOTO

La soglia di sbarramento,  ovvero il livello minimo di voti per accedere ai seggi, è al 3% per le liste e al 10% per le coalizioni. È presente una sorta di “paracadute”: lo stesso candidato può correre contemporaneamente in un collegio uninominale e in cinque listini del proporzionale. Così come nel vecchio Mattarellum tornano le coalizioni, cioè un gruppo di liste che possono sostenere un singolo candidato nell’ uninominale, ma correre per sé nel proporzionale. Non c’è l’indicazione del candidato premier, ma è prevista solo quella del leader della singola forza politica. Inoltre non è obbligatorio per le coalizioni presentare un programma comune. I partiti devono, infine, rispettare le norme per la parità dei sessi: i candidati dello stesso genere non possono superare la quota del 60%.

Ci sarà un’unica scheda in cui all’elettore non verrà concesso il voto disgiunto (la possibilità cioè di esprimere sia un voto per il partito che uno per il candidato). Al fine di evitare brogli la scheda sarà dotata di un codice alfanumerico.

L’ APPROVAZIONE IN PARLAMENTO:

Il Mattarellum bis è stato approvato in via definitiva dal Senato il 26 ottobre, con il consenso di PD, Forza Italia, Lega (ormai non più Lega Nord) e Alternativa Popolare. Per il Presidente della Repubblica la legge non presenta nessun profilo di illegittimità costituzionale, tanto che non è stata necessaria la ‘lettera di raccomandazioni sull’uso della legge’, quello che i Grillini speravano.

LE DISAPPROVAZIONI:

LE DIMISSIONI DI GRASSO DAL PD:

Subito dopo all’approvazione il  presidente del Senato, Pietro Grasso, si è dimesso dal Partito che appoggiava, il PD,  sostenitore della legge,  non condividendola nel merito. Secondo i grillini, Grasso, avrebbe dovuto spingere Mattarella a rimandare indietro la legge.

GLI AFFRONTI “DI MAIO-CASALEGGIO” E L’OPINIONE GRILLINA:

Qualche tempo fa i Grillini avevano pubblicato nel loro blog una serie di punti delicati, che sono stati esaminati con grande attenzione dai fautori della legge. Ora, al momento dell’approvazione, Davide Casaleggio commenta così: “E’ una pessima legge, c’è un po’ di rammarico” in risposta a chi gli  chiede l’opinione. “Non siamo d’accordo – aggiunge Di Maio – ma se gli italiani vogliono mandare a casa quelli che si sono votati il Mattarellum devono votare per noi.

I DUBBI DI NAPOLITANO:

Il Presidente emerito ha messo nel mirino la legge, a causa dell’ indicazione del capo della coalizione che, secondo lui, può diventare un condizionamento da parte del Presidente nella scelta del candidato premier.

Nessuna delle tante obiezioni,  appoggiate da alcuni costituzionalisti, ha retto però al vaglio del Quirinale:  non sono apparse violazioni dei diritti. Le infuocate polemiche appartengono,  perciò, a questioni strettamente politiche.
Resta aperta la strada del ricorso alla Corte Costituzionale, annunciata dai Grillini, con tempi però lunghi: anche se venisse emesso un verdetto sfavorevole alla legge, le nuove Camere sarebbero già da molto insediate.

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