“Sextortion”, quando l’amore diventa ricatto

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di Camilla Podini

– Stupro, pedofilia, prostituzione, pedopornografia. Sono parole quotidianamente riportate da telegiornali e riviste, ma impropriamente utilizzate per descrivere un fenomeno in rapida crescita: il “Sextortion”.

Il “Sextortion” può essere ulteriormente suddiviso in diverse categorie: “Grooming” (quando un adulto cerca di adescare minori via internet per ricevere foto e video a sfondo sessuale) e “Sexting” (scambio di messaggi via chat dal contenuto esplicito) che spesso convergono nel “Cyberexploitation”, ovvero estorsioni e minacce di pubblicare materiale intimo del bersaglio su Internet, in cambio di soldi. Quest’ultimo si sta rivelando complice dei truffatori, che hanno reso Facebook, Skype e numerosi siti di incontri le loro trappole ideali. «Mi sento morire, mi sento morire!» rivela la sedicenne Sara al Telefono Azzurro, gridando la propria disperazione. Vittima di minacce da parte dell’ex-fidanzato di pubblicare loro vecchie chat, come la sua coetanea Alice, vittima di uno sconosciuto: «Mi ha intimidita dicendo che avrebbe postato i video osè che gli avevo mandato per far divertire anche i miei amici. Non sono riuscita a dormire. Mi ritorna sempre in mente la cavolata che ho fatto. Ho controllato Facebook tutto il giorno. Poco fa ho acceso il computer. Ho visto che il video è su Youtube, con il mio nome e il mio cognome ben visibili. Mi è crollato il mondo addosso. Tremavo tutta, mi sono sentita svenire. Ho paura che i miei genitori possano vederlo, ho paura dei pettegolezzi, ho paura.» Il copione si ripete, il finale è sempre la richiesta di un “riscatto” in denaro, ma i protagonisti sono continuamente diversi e, secondo gli ultimi dati dell’Interpol, in aumento. Roberto, giovane vittima di abusi e conseguentemente diventato estorsore, ci aiuta a comprendere ciò che lo spinse in questo vortice: «Interesse e desiderio verso ragazzini in cui rivedevo me stesso, ed ero in cerca di nuove sensazioni ed esperienze.» Non dissimili potrebbero essere le motivazioni che inducono gli adolescenti a cadere nella trappola di pericolosi adescatori: curiosità, trasgressione e una buona dose di ingenuità, che spesso non ci permette di intuire in tempo il pericolo. In realtà dietro a tutto ciò mascheriamo fragilità, disagio e il sentirsi inadeguati nella nostra vita reale. Tali sentimenti e sensazioni dovrebbero essere tradotti in una ricerca concreta di amicizie e nuovi stimoli, per allontanarci dal rischio di pericolose illusioni e false promesse.

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