COMPETENZE/La vera skill sei tu

Da un’intervista di Sergio Marchionne riproponiamo questo brano particolarmente efficace, sia pensando al mondo del lavoro che in riferimento al mondo dell’educazione.

 

Ho ricevuto poco tempo fa una mail di uno dei miei manager che lavorano a Toronto, uno in gamba, sempre sul pezzo, uno che a me piace. In questa mail mi raccontava di uno nuovo che avevamo assunto da poco, attratto dal mito di lavorare nella nostra azienda. Ora, io ai miei manager dico sempre: “Il primo mese lasciate la gente nel vuoto e vediamo che fa”. Questo tizio si era rivolto ad un’associazione di lavoratori per scriverci una lettera di formale protesta perché non aveva niente da fare. Ma questa oggi è la competenza che io cerco di più: la capacità di stare nel vuoto, di lavorare dentro un perimetro in cui sei destinato a scoprire che l’unico vero lavoro sei tu, che se non funzioni tu non funzionerà niente di quello che farai. Per questo lascio la gente senza far niente un mese: perché voglio vedere che cosa si inventano, come sono capaci di abitare il vuoto. Da come abitano quel vuoto io capisco come potranno abitare quello che darò loro da fare dopo: se con personalità e originalità, oppure con spirito di emulazione, di già visto. Io per la mia azienda non voglio manager già visti, voglio persone che comprendano come la skill del momento sia la capacità di rapportarsi con se stessi, che comprendano che il vero lavoro sono loro.

Ma così non si rischia di spegnere l’entusiasmo di chi lavora con noi?

No, non sono d’accordo. L’entusiasmo, mi diceva sempre un amico, è l’anticamera della delusione. Il vero entusiasmo viene dalla fatica, dall’aridità. Noi siamo davanti a ragazzi, a giovani, che non sanno più che cosa sia la fatica, l’aridità.

Ed è questo il valore delle regole?

No, le regole sono un’altra cosa: le regole servono a vedere se uno sa rispondere a qualcosa che non ha deciso né scelto lui. Il lavoro non è una scolaresca da tenere in ordine… il lavoro è uno spazio vuoto dove tu rispondi a qualcuno. Se non sai stare nel vuoto – mettendo in gioco te stesso intendo – e non sai rispondere a qualcuno che ti dà ritmi, orari, tempistiche… beh… allora puoi avere tutte le competenze del mondo, ma non farai mai niente di grande. Perché le cose grandi si costruiscono dove non c’è nulla, nel vuoto. E si costruiscono rispondendo sempre a qualcuno. Pensi quando ho preso in mano FIAT… c’era il vuoto, non c’era niente… stavo chiuso in quella stanza e non sapevo che cosa fare, da che parte iniziare… lì ho trovato Sergio e con Sergio ho iniziato a costruire qualcosa, a riempire quel vuoto con la mia personalità… e non è che non avessi nessuno cui rispondere… eravamo nei debiti fino al collo, con perdite in borsa al 16% e gli azionisti furiosi… crede davvero mi piacesse svegliarmi ogni mattina alle cinque per finire in un casino che non sapevo neppure gestire? Eppure avevo davanti a me due numeri, due criteri… lo zero – l’attività nulla che avevamo in quel periodo – e le perdite – quel 16% che doveva diventare 15 prima o poi. Ma è così che è iniziato tutto: stando nel vuoto e rispondendo. E’ così che ho rifatto la FIAT e comprato Chrysler, è così che siamo arrivati a Chicago e a Detroit… se il mio ultimo stagista non lo capisce… beh… potrebbe essere anche Ford, ma qualunque sua impresa finirebbe prima o poi a picco… per noia o per delusione.