Cosa si nasconde dietro un’interrogazione

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EDITORIALE

– Non è un periodo semplice quello che si è aperto da lunedì. Per molti siamo a fine quadrimestre e le interrogazioni e le verifiche si susseguono a ritmi serrati al punto che è difficile, spesso, riuscire a gestire bene tutto. È quindi il tempo delle vittorie e delle sconfitte. Ogni volta che arriva un compito in classe o un’interrogazione, infatti, arriva anche un voto. E quel voto cambia tanto, a volte cambia tutto. In ogni voto c’è – effettivamente – la possibilità di una gioia o di un dolore e proprio la possibilità del dolore diventa per ognuno di noi una paura, un fattore di ansia e di stress. A dire il vero abbiamo paura che quel voto in realtà giudichi noi, sia un voto alla nostra vita. Infatti non temiamo tanto che il voto cambi l’impegno o il nostro metodo di studio. Temiamo che quel voto cambi noi. E sentiamo tutto questo come un’ingiustizia enorme. Perchè le cose devono cambiare? Perché non posso essere felice? Perché gli altri non riescono a capire che ce la metto tutta, che ci provo, che lo so che la scuola é importante, ma che a volte proprio non ce la faccio? Chi ascolterà queste mie paure, queste mie segrete difficoltà, questo mio bisogno di essere guardato per quello che sono e non solo per quello che posso dare? Se non c’è uno spazio, un luogo, dove queste cose si possano ammettere e condividere siamo certi che ciascuno potrà uscire da questo periodo più vittorioso o più sconfitto, ma fondamentalmente sarà soltanto più solo. Sembra paradossale, cari prof., ma il problema delle interrogazioni è proprio questo: che ciascuno di voi si lasci interrogare dal nostro dolore. E dalle nostre speranze. Certi che è giusto darci un voto, ma è ancora più giusto dirci, e ridircelo mille volte, che il mondo non si esaurisce in un 4 o in un 10. Il mondo siamo noi, il mondo ci aspetta. E un’interrogazione non è altro che un battere di ciglia nella grande avventura della vita. Buona fine quadrimestre a tutti! Che ciascuno possa avere un amico vero con cui affrontare questo breve, ma intenso, tratto di libertà.

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