DIARIO SICILIANO/Day 1 – Storie di normalità quotidiana

Di Batini Valentina, Del Mecio Vittoria, Mezzina Roberto, Petruzzelli Luca, Razetto Alice e Zini Domiziana.

Le scelte che cambiano il destino degli uomini

Falcone e Borsellino non erano eroi con superpoteri: questo è uno dei messaggi più importanti che la nipote di Paolo Borsellino, Roberta Gatani, ha espresso oggi a noi ragazzi parlando de ‘La Casa di Paolo’, un’ associazione che si impegna nell’aiuto di ragazzi che non hanno le stesse opportunità di altri in un quartiere difficile coma la Kalsa.

È importante vedere i due magistrati non solo come eroi, perché questa visione ci porta a metterli su un piedistallo, allontanando il loro esempio da noi.

Bisogna invece ricordarli come due persone “normali”, due uomini che hanno portato a termine fino all’ultimo giorno il loro dovere non tradendo valori e ideali. Hanno agito come tutti dovrebbero, senza compiere necessariamente atti eroici.

Durante la giornata di oggi abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio le personalità dei giudici Falcone e Borsellino: entrambi hanno vissuto una vita normalissima, passando la loro giovinezza insieme a tanti altri ragazzi per le vie di Palermo, gli stessi che poi anni dopo Borsellino ritroverà in tribunale dall’altra parte.

“Com’era possibile che i destini di quei ragazzi che giocavano con me avessero preso questa piega?” Questa era la domanda a cui Paolo non trovava risposta.

Entrambi però hanno deciso di agire giustamente e onestamente rimanendo saldi ai propri ideali fino alla fine e rifiutandosi di rimanere indifferenti. L’ imitazione del loro esempio non richiede gesti eroici, ma solamente il senso del dovere e rispetto verso gli altri.

La mafia si distrugge solo collettivamente con il senso civico e non individualmente con l’indifferenza.

È proprio vero che soltanto approfondendo si conosce veramente, si comprendono le scelte, si condividono i valori; è questo che abbiamo provato oggi visitando il museo Falcone e Borsellino. Toccando le loro scrivanie, osservando i loro oggetti personali, leggendo l’ultimo biglietto di Francesca Morvillo per Giovanni Falcone ci siamo resi conto di quanto la loro vita fosse piena di amore, di allegria e di famiglia.

Abbiamo respirato anche il loro isolamento e la loro solitudine; il 23 maggio del 1992 Paolo Borsellino ha perso il suo amico fraterno Giovanni Falcone, nonostante il dolore profondo e la consapevolezza di essere il prossimo, non ha mai smesso di cercare la verità, ma ancora una volta si è trovato solo in un ingranaggio di potere che ha cercato di distruggere tutto il lavoro svolto. Da quel 19 luglio del 1992 tanti altri uomini e donne portano sulle loro gambe il peso delle idee di libertà e giustizia di questi due magistrati.

DIARIO SICILIANO/Day 1 – Storie di normalità quotidiana

Cari bambini…