Gli amici che abbiamo lasciato a Bruxelles

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di Agata Galano

– Dopo solo due giorni dall’attentato all’aeroporto di Bruxelles sui social sono spopolati frasi in onore dei morti ma anche piene di disonore, non sono mancati gli hashtag con il solito #PrayforBruxelles. Ma siamo davvero in grado di metterci nei panni dei famigliari, di quegli amici che, tornando a casa non vedranno nient’altro che una sedia vuota?


Le domande sono molteplici, ma solo una continua a ripetersi nella mente di tutte le persone: perché?
Non sappiamo dare ancora una risposta a tutto ciò, ma forse possiamo trovare un modo per condividere le emozioni delle persone che quel 22 Marzo hanno perso tutto, e quale altro modo se non con il linguaggio più conosciuto al mondo? La musica.

Dal testo di “the light behind your eyes”, My chemical romance

Addio a tutti i miei amici
Hanno tutti incontrato una tragica fine
ogni giorno che passa
mentirei se non dicessi
che stanotte mi mancano tutti

Come si sente una madre che, tornando a casa l’unica cosa che nota è quel letto vuoto?
Cosa prova un padre quando la notte si addormenta piangendo pensando al proprio figlio?
E quel compagno che arrivando a scuola nota sempre quel banco vuoto?

Se potessi essere con voi stanotte
vi canterei una canzone per farvi addormentare
non lascerei mai che si prendano la luce nei vostri occhi

Come si fa ad andare avanti quando tutto ciò per cui abbiamo vissuto è svanito in un secondo? Quelle persone con cui abbiamo condiviso momenti, ricordi, pianti e risate, con cui abbiamo passato anni di vita sono scomparse e non torneranno mai più. Come si convive con questa ingiustizia? Come si fa ad uccidere delle persone innocenti?

Ho fallito e ho perso questa battaglia
Non svanite nel buio
ricordatevi solo che risplenderete così
luminosi per sempre

Non sarà facile sopravvivere sapendo che morirà altra gente. Tutti quelli che hanno perso qualcuno ieri e durante l’attentato a Parigi sono ormai stati segnati nel profondo, il dolore è forte e incurabile ma dentro di loro sarà sempre presente quel viso, quel sorriso, quegli occhi, come una luce che risplende vivida nel buio, una speranza di essere riscattati, di giustizia, ma soprattutto di far cessare questa guerra che sta causando moltissimi dolori.

Se solo sapessero quello che direi loro

Quante parole non sono state dette? Quante frasi avrebbero potuto cambiare ogni cosa, a partire da quel “resta a casa” che avrebbe potuto salvare delle vite. Ma è veramente giusto vivere così, nella paura e nel dolore?
Sono sempre molte le domande senza risposta, ma una cosa è certa: basta con la guerra, non vogliamo piangere altre morti.

La paura corre sui Social

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