#IConflittidelVenerdi – Venezuela, una situazione incandescente di cui non si parla

 di Vesselin Adriano Torrero

-Questa settimana vorrei trattare di un conflitto fra il popolo venezuelano ed il governo di Maduro, autore di un vero e proprio colpo di stato da quando la Corte Suprema ha chiuso il Parlamento e tolto l’immunità ai parlamentari. Ciò è avvenuto poche settimane fa infliggendo un altro duro colpo alla democrazia , ma il mondo sembra essersene dimenticato.

LA CRISI ECONOMICA

Il Venezuela versa in una grave crisi economica a causa del crollo del prezzo del petrolio (la risorsa più importante del Paese) ma anche per alcune decisioni discutibili del governo riguardo la politica economica: per esempio uno stabilimento della General Motors è stato nazionalizzato e le vetture sequestrate, costringendo l’azienda ad interrompere qualunque attività nel Paese. Tutto ciò ha portato ad un’inflazione del 400% e ad un crollo del PIL del 14%, impedendo alle fasce più povere di avere cibo e medicinali a sufficienza, generando in questo modo un’imponente manifestazione per chiedere le dimissioni del governo.

LA CRISI POLITICA

Fino al 2013 il presidente in carica è stato Hugo Chàvez, di cui Maduro è considerato il successore; il malcontento era già ampio, portando di conseguenza il neopresidente a relegare il popolo ad una posizione sempre più marginale e l’apice di questa politica è stato indubbiamente il colpo di stato.

Malgrado le proteste, Maduro non ha alcuna intenzione di dimettersi, protetto dall’appoggio delle forze armate (alle quali sono stati concessi molti privilegi negli anni di Chàvez) e cercando di stringere amicizie con altri leader mondiali; dalla lista delle donazioni per la festa d’insediamento di  Trump  è emerso che la Citgo ha donato 500.000 dollari. Sì tratta della filiale americana del colosso petrolifero Pdvsa, controllato direttamente dal governo venezuelano.

UN ALTRO ATTENTATO ALLA DEMOCRAZIA

Siamo ormai assuefatti a continue dimostrazioni di forza dei governi a discapito del popolo, ma il mondo rimane in silenzio. Molti Paesi durante gli ultimi anni sono intervenuti, come ad esempio gli USA in Cile (instaurando una dittatura che faceva comodo a loro). Ciò è avvenuto ovviamente per l’interesse personale degli Stati Uniti, ma adesso che non è possibile trarre il benché minimo guadagno da un intervento in un Paese in ginocchio, chi si occuperà della situazione?

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