#ShareTheStory/William e le vittime dell’acido

di Elisa Pomata

-Negli ultimi anni, ogni volta che si guarda il telegiornale, si sente parlare di omicidi o aggressioni. Quelle più di moda, se di “moda” si vuol palare, sono le aggressioni con acido.

DONNE VS UOMINI
Lì per lì, appena si riceve la notizia, si pensa subito all’episodio “standard”, dove un uomo aggredisce una donna per gelosia o vendetta. Questo schema, però, è assolutamente privo di senso. Se si fa attenzione, infatti, sono sempre di più gli uomini aggrediti o uccisi dalle proprie ex, mogli o conviventi.
Uno degli episodi, purtroppo, più famosi, è quello di William Pezzullo. Dopo la rottura con la fidanzata incinta, è stato picchiato e sfigurato sotto casa da un amico della ragazza. Con un episodio del genere sembra ovvio che la ragazza si trovi in carcere. E invece no.
Essendo incinta al momento dell’aggressione, dopo il parto aveva ben tre anni di diritto, dove non poteva essere incarcerata perché il figlio era troppo piccolo per essere separato dalla madre. Approfittando della legge, la donna è rimasta incinta altre 2 volte, restando libera per parecchi anni.
Tutto ciò sembra surreale, ma non è altro che una conseguenza del permissivismo dato dalla legge italiana. E’ ovvio che non si possa separare un neonato di pochi giorni dalla madre, per una basilare questione naturale, ma anche lasciare non uno, ma ben 3 figli ad una donna del genere è assolutamente da folli.
A seguito dell’aggressione William ha riportato gravissime ustioni sul volto, la perdita di un padiglione auricolare e la quasi totale perdita della vista. Episodio più recente, invece, è quello di un medico di Modena, aggredito assieme al figlio con un getto di soda caustica.  Insomma, l’uso di sostanze corrosive è il mezzo più gettonato.

MOTIVAZIONI MALATE
La domanda principale, però, resta: “Perché proprio l’acido?”
La risposta, nel suo essere macabra e malata, è estremamente ovvia: per sfigurare. Ma con la parola “sfigurare”, non si intende solamente l’aspetto fisico, bensì anche l’aspetto psicologico. Una persona sfregiata da sostanze corrosive perde il proprio volto, e con esso le capacità espressive e spesso anche la vista. Il danno fisico, però, è strettamente correlato all’animo della persona, perché essa si sente inguardabile e ripugnante agli occhi degli altri. Per questo motivo perde la fiducia negli altri e smette di credere in sé stessa e nelle proprie capacità. Costretta a mesi di trattamenti e ricoveri ospedalieri, una persona è facilmente portata alla depressione ed al logoramento del proprio io.

V(ITA) PER VENDETTA
Persone di grandissimo esempio, invece, sono coloro che nonostante questa disgrazia non si sono arrese ed hanno continuato a lottare per tornare alla propria vita e sconfiggere nel migliore dei modi chi ha fatto loro del male. Perché si sa, alla fine il carcere non è poi chissà quale punizione per un aggressore, il quale con buona condotta, sconto di pena ed accertamenti psichiatrici, vi resta poco più di qualche anno. La miglior vendetta che si possa attuare nei loro confronti è proprio dimostrare loro la propria meschinità attraverso la vita.

 

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