Davide/Dalla caduta al decollo della fenice

di Aurora Tamburini

– Era la sera del 13 gennaio quando Davide Morana, 24enne originario di Aspra, cittadina costiera in provincia di Palermo, cominciò a riscontrare i primi sintomi della terribile infezione da meningite.

DAI PRIMI SINTOMI ALLA MALATTIA
Accompagnato dalla fidanzata si recò al pronto soccorso con lancinanti dolori alla gola, rigidità alla mascella e febbre alta.
Dalle prime analisi risultò tutto negativo.
Una semplice influenza pareva essere la causa del suo “malessere generale”. Anzi, venne addirittura rassicurato dai dottori del fatto che quest’anno l’influenza avrebbe colpito in modo più violento e contagioso, facendo riscontrare sintomi quali vomito ed instabilità.
La mattina seguente, riscontrando gli stessi dolori in forma più acuta e vedendosi comparire sul corpo macchie brune e violacee, partì di nuovo alla volta dell’ospedale.
Da questo secondo controllo emerse un quadro inquietante: “Shock settico da infezione meningococcica” era la dicitura riportata sullo schermo del computer accanto al nome di Davide.

LA TERAPIA
Fu sottoposto ad un lungo periodo di terapia intensiva, nel quale gran parte delle macchie iniziali presero ad espandersi considerevolmente fino a mutare in “petecchie”, caratteristica peculiare della meningite batterica.
La situazione stava degenerando. Davide non aveva molte speranze di sopravvivere e doveva lottare per tornare a sorridere insieme alle persone che gli volevano bene, che gli stavano accanto.
I medici temevano il peggio. Consigliarono ai genitori del ragazzo, giunti immediatamente dall’Italia, di tornarsene a casa. Ormai era questione di poco tempo. Li avrebbero avvisati con una chiamata.
Eppure, dopo una settimana di coma farmacologico, il giovane iniziò a riprendersi gradualmente, dimostrando di essere in grado di riconoscere tutti e di ricordare tutto ciò che gli era accaduto fino a quel momento.
I suoi organi principali, quali cuore e polmoni, ripresero a funzionare in modo autonomo, mentre non riusciva ancora ad esprimersi a parole siccome aveva bisogno della respirazione assistita.
La gangrena arrivò ad uno stadio talmente avanzato che i medici dovettero rispondere tempestivamente, amputando tutti i suoi quattro arti.

UN SORRISO INASPETTATO
Il fatto che sconvolse tutti fu la reazione di Davide.
Conosciute le conseguenze della malattia, si pensava che il ragazzo sarebbe caduto in una forte depressione, crogiolandosi nella malinconia dei suoi ricordi e nel dolore di ciò che non avrebbe più potuto essere…
Invece, con sorpresa di tutti, un’enorme sorriso si distese sul suo volto, irradiando il grigiore della stanza d’ospedale.
Questa fu la risposta al suo tragico destino.
La meningite gli aveva portato via tutto ciò di cui aveva bisogno per vivere in modo autonomo, ma la voglia di continuare a lottare e di condurre un’esistenza felice, si era radicata in lui in modo perentorio da quando era ad un passo dalla morte.
Addirittura reagiva con fare sarcastico, scambiando battute sul suo moncone con i dottori.

  1. LA LEZIONE DI VITA
    Oggi Davide è uscito dalla riabilitazione, ma sta affrontando un lungo percorso per tornare ad essere il ragazzo attivo e spensierato di prima.
    Recentemente ha aperto un profilo su Instagram dove condivide la sua storia ed il suo percorso di guarigione, motivando molte persone ad apprezzare la vita e le piccole cose che essa regala.
    Ha fatto un appello sui social utilizzando l’hashtag #ArribaLaVida per coloro che sarebbero disposti a sostenerlo economicamente con il fine di poter acquistare delle protesi che gli consentano, almeno in parte, di tornare a camminare, di afferrare oggetti e di sentirsi a proprio agio nel suo corpo.
    Davide non è un amante dei social e dichiara che il mondo che si cela su internet non lo ha mai attratto. Difatti egli stesso ha affermato che: “non avrei mai immaginato di aprire un profilo personale, perchè sono della vecchia scuola. Mi piace comunicare ed esprimermi di persona, benchè in alcuni casi bisogna accettare certe situazioni anche se non ci piacciono, perchè potrebbero essere d’aiuto per qualcuno”.
    Non pensava che avrebbe ricevuto così tanto affetto e conforto attraverso uno schermo, che in realtà, seppur limitato e inaccessibile, può trasmettere speranza e rivelarsi uno strumento utile.
    Questo è il potere della rete sociale: creare rapporti di fratellanza e solidarietà tra gli esseri umani.
    Davide sorride alla vita per avergli donato una seconda possibilità e si rivede nel tatuaggio che si fece disegnare casualmente diversi anni a dietro.
    Sulla parte alta della sua schiena si dispiega una fenice che rappresenta la sua “rinascita dopo le ceneri” e celebra il suo decollo “per spiccare il volo”.
Davide/Dalla caduta al decollo della fenice

Napoli/Maestra picchiata