Dieta mediterranea: ritorniamo alle buone vecchie abitudini!

di Luca

– Ultimamente i pasti sono cambiati: se prima si chiacchierava assieme in famiglia adesso si messaggia, si guarda la tv, si legge e via dicendo. Questo ha vari effetti sulla nostra forma fisica: secondo un recente studio chi rimane ”connesso” anche durante i pasti tende ad esagerare, poiché non ha il senso delle calorie assunte. Inoltre il mangiar male provoca seri danni al cuore: molti non sanno giudicare un alimento per la sua salubrità, perchè si nutrono in modo disorganizzato e, specialmente nelle zone più povere, gli alimenti da mangiare due o tre volte alla settimana non vengono assunti a causa dell’alto costo.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA:

L’Italia è al primo posto (su 163 paesi considerati) per la miglior qualità del cibo. Il sondaggio tiene conto dell’aspettativa di vita, del reddito pro capite, del benessere psicofisico e della salute mentale; fattori riconducibili ad una buona alimentazione solo se integrati ad elementi come l’attività fisica. Paesi più longevi , più ricchi e più all’avanguardia sono, per esempio, rimasti a posizioni inferiori del nostro a causa delle loro abitudini.

LA DIETA:

Il termine dieta è spesso usato in modo sbagliato: esso deriva dal greco ”diata” e indica un corretto regime alimentare. La dieta per eccellenza è quella mediterranea, parte del patrimonio immateriale dell’Unesco. Essa rappresenta un insieme di competenze, conoscenze e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola. Rimasta costante nel tempo, è basata su alimenti tipici del posto: olio di oliva, cereali, frutta, verdura, pesce, latticini, carne, spezie, vino, infusi… Essa, però, è più che un alimento poiché promuove interazione sociale, essendo il pasto in comune di molti popoli. Si fonda sul rispetto per il territorio e per la biodiversità, garantendo così la conservazione e lo sviluppo dei mestieri ad essa collegati.

È evidente che i pasti sono cambiati e che ritornare alle vecchie ma sane abitudini è un’impresa ardua. La dieta mediterranea, che noi abbiamo rovinato introducendo fast-food e street-food, dovrebbe essere un fiore all’occhiello della nostra società e non una meta irraggiungibile. Se l’Italia vuole continuare a rimanere all’apice della classifica, dovrebbe incentivare sempre più il ritorno alle vecchie abitudini. Ci riusciremo?