LIGURIA/Le conseguenze del lockdown sulle attività

La pandemia ha messo in ginocchio la regione Liguria. La situazione è molto preoccupante, non sappiamo ancora quando si tornerà alla normalità, ma nel frattempo ci siamo chiesti:

Quali sono state le conseguenze del lockdown sulle attività del nostro territorio?

I decreti emanati da marzo 2020 hanno ordinato la chiusura della maggior parte delle imprese.

Abbiamo preso in considerazione attività locali di diversi settori: una palestra, un ristorante, un negozio di abbigliamento ed una farmacia, ponendo loro le stesse domande.

Qual è stato il riscontro a livello economico?

La farmacia, come anche il negozio di vestiti sono rimaste in linea con gli anni precedenti, essendo considerati produttori di beni di prima necessità.
Contrariamente, il ristorante e la palestra durante il primo lockdown hanno dovuto chiudere. I gestori hanno affrontato tre mesi senza incassi. Sebbene durante il periodo estivo si siano trovati in condizione di poter lavorare, i risultati sono comunque rimasti sotto la media rispetto all’anno precedente.

Quali soluzioni sono state prese?

Appena è stata istituita la zona arancione, il ristorante, aiutato da uno staff estremamente collaborativo, ha organizzato un servizio a domicilio molto efficiente: infatti i clienti possono gustare le pietanze dell’esercizio commerciale comodamente a casa. Il sabato sera le consegne arrivano fino a Genova; inoltre, vista la richiesta anche sul territorio lombardo, un corriere trasporta le vivande anche a Milano.
La palestra ha scelto di tenere lezioni all’aria aperta, riuscendo così a mantenere il corretto distanziamento interpersonale; quando non è possibile, organizza anche delle lezioni online.
La farmacia e il negozio di vestiti, invece, hanno continuato a lavorare all’interno dei propri negozi con l’obbligo, però, di far entrare una persona per volta ,munita di mascherina, e di sanificare più volte al giorno i locali.

Ci sono stati tagli?

L’aspetto più triste è sicuramente la ricaduta che la chiusura forzata ha avuto sull’occupazione. I dirigenti hanno cercato di mantenere il personale, ma in certi casi sono stati obbligati ad escogitare altre soluzioni. Invece per chi ha potuto tenere le serrande alzate, non vi è stata la necessità di particolari riduzioni. La situazione è stata più complicata per il ristorante, dove si è dovuto ricorrere alla cassa integrazione della maggior parte del personale, considerando che la chiusura dopo le ore 18 ha tagliato fuori chi lavorava nel turno serale.
Nel caso della palestra non vi sono state alternative. Il gestore ha dovuto arrangiarsi tagliando ogni tipo di spesa. Mentre proseguiva l’attività facendo lezioni online per i più fedeli, ha dovuto rinunciare ai corsi tenuti dagli allenatori, non potendone più permettere il proseguimento.

Qual è stata risposta della clientela?

L’obbiettivo dei responsabili delle attività è quello di trasmettere sicurezza, invogliando le persone a mantenere le loro abitudini.
Negozio e farmacia si sono adeguati alle norme stabilite e ciò non ha portato a notevoli variazioni.
Per quanto riguarda la palestra la risposta è stata positiva. Nonostante la situazione complicata, i corsi online hanno ottenuto un discreto successo.
Nel caso del ristorante, gli investimenti e gli sforzi effettuati hanno avuto la loro ricompensa. L’idea della consegna a domicilio ha entusiasmato i clienti e la richiesta è stata prontamente accolta grazie all’organizzazione dello staff.

Il quadro generale ci lascia con molti interrogativi. A livello economico le imprese hanno dovuto compiere considerevoli sacrifici. Dal governo sono arrivati sostegni cospicui, che però non permettono ancora il raggiungimento di una condizione di stabilità.

La speranza è che tutto possa tornare alla normalità in un futuro non troppo lontano.