Il peer to peer con le medie: parla Angelica

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di Agata

Ho avuto il piacere d’intervistare la mia compagna Angelica che recentemente ha preso parte al progetto di peer to peer con le scuole medie denominato “Uno studente per amico”. Ecco che cosa mi ha raccontato.

In che cosa consiste precisamente questo progetto?

Questo progetto è basato sull’aiutare le professoresse del dopo scuola a seguire i ragazzi delle medie per spiegargli come svolgere i compiti oppure argomenti che non erano stati capiti durante le lezioni giornaliere. Per ogni persona venivano assegnati quindici alunni a cui stare dietro, io ero con la mia amica Serena, perciò ho trovato divertente seguire i ragazzi con lei.

Perchè per te è bello stare fare questa cosa?

Ho sempre amato stare in mezzo ai ragazzi, anche perché ho un fratellino più piccolo quindi sapevo bene come muovermi e come comportarmi, è molto divertente fare la parte della “professoressa” e alzare la voce quando i ragazzi urlano oppure non sono attenti; mi sono sentita molto autoritaria anche se molte volte non mi ascoltavano e continuavano a parlare tra di loro, mi sono messa nei panni dei miei stessi professori e ho capito cosa si prova a parlare in mezzo ad altre mille voci e non essere minimamente ascoltata.

E i ragazzi come li hai trovati?

Certi ragazzi si comportavano male, se ne fregavano e si giravano dall’altra parte oppure continuavano a parlare con il compagno durante la spiegazione, altri invece mi chiamavano addirittura “prof” e ho avuto il piacere di notare che molte volte ci tenevano a far vedere di essere bravi e di aver capito l’argomento, era come una piccola soddisfazione verso me stessa, anche in quel caso mi sono messa nei panni di una professoressa ed ho colto anche gli aspetti positivi di questo lavoro.

Ma sei diventata prof. di una materia specifica oppure sei rimasta un semplice “aiuto”?

In generale prestavo aiuto riguardo tutte le materie, ovviamente con le lingue ci sapevo fare di più, riuscivo a spiegarle più dettagliatamente anche perché sono il mio oggetto di studio, i ragazzi, dal canto loro, sembravano molto soddisfatti dell’insegnamento che io e le altre mie coetanee riuscivamo a dare.

E le prof. vere che cosa hanno fatto?

Il primo giorno ci hanno presentato ai ragazzi, ma subito dopo abbiamo dovuto farci valere, insegnare è un lavoro duro e l’ho provato direttamente sulla mia pelle grazie a questa esperienza, però mi ha aiutato, mi sono aperta di più con gli altri, ora riesco ad approcciarmi meglio con le persone attorno a me, sono molto fiera di aver partecipato a questo progetto.

Rifaresti questa esperienza?

Certo! Però in compagnia di qualche amica, per sentirmi più sicura e anche per avere qualcuno con cui compararmi oppure farmi aiutare se in certi argomenti non mi sento molto pronta, del resto però la rifarei anche ad occhi chiusi.

Un giudizio sulla vita da prof?

Ho scoperto il fastidio che si prova quando di fronte a tanti ragazzi non si viene minimamente ascoltati, adesso ogni volta che succede in classe sono infastidita perché so cosa si prova e so che non è facile zittire più di venti persone, però, come ho già detto, è stata un’esperienza meravigliosa e auguro a tutti di provarla almeno una volta nella vita.

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