Vecchia e nuova scuola/La parola alla prof. Delucchi Elena

di Agata
– In data 17 Novembre ho avuto l’occasione d’intervistare la docente di greco e latino Elena Delucchi, colonna portante dell’indirizzo classico del liceo Giovanni Da Vigo di cui faccio parte. Ispirata da un racconto riguardo una vecchia esperienza scolastica della stessa professoressa, ho sentito il dovere di approfondire il tema delle differenze tra vecchia e nuova scuola.

Quali sono, secondo lei, le differenze più evidenti tra il vecchio e nuovo insegnamento?
Come studentessa posso sicuramente affermare che ai miei tempi i professori erano più severi; dietro ai nostri volti non c’erano delle persone ma piuttosto dei numeri riportati sul registro. D’altra parte però c’era più disciplina, cosa che si è persa un po’ negli ultimi anni.
Il rapporto docente-studente era quasi nullo, e sono molto felice che ciò sia cambiato: mi piace mantenere un certo legame con i miei alunni, sapere cosa pensano e cosa stanno passando.
Riguardo l’uso della tecnologia posso ritenere che questa viene troppo sopravvalutata, però è proprio grazie ad essa che oggi possiamo confrontare i testi antichi con quelli moderni ed attualizzarli; una cosa molto utile e che ai miei tempi non si poteva di certo fare. Inoltre la tecnologia ha sviluppato un apprendimento che si basa molto sulla praticità piuttosto che la teoria, una cosa anch’essa molto positiva.
Un ulteriore cambiamento vantaggioso riguarda il miglioramento del supporto psicologico riservato agli studenti affetti da gravi malattie, ad esempio le persone affette da sindrome di down che tempo fa non potevano frequentare una scuola normale come la nostra, mentre al giorno d’oggi questi ragazzi vengono facilmente introdotti nell’ambiente scolastico.

Come ci si sente a stare dalla parte dei professori? Ha preso spunto da alcuni suoi docenti riguardo il metodo d’insegnamento che ha adottato?
Il prof che mi ha ispirato di più è sicuramente il mio maestro di latino e greco, materia che insegno e di cui sono profondamente innamorata. Egli era un uomo molto autoritario ma trasmise la materia ai propri alunni con amore, e ciò mi ha portato ad appassionarmi ad essa.
Riguardo il mio lavoro come professoressa, nonostante le mille difficoltà che ho avuto modo d’incontrare durante la mia vita, posso dire con felicità che è un impiego che amo ricoprire. I miei alunni sono per me come maestri di vita, da loro imparo cose nuove tutti giorni; d’altra parte mi auguro che anche loro pensino lo stesso nei miei confronti.

Cosa pensa del rapporto che lei aveva con i suoi insegnanti e quello che ora ha con i propri alunni?
Come ho già detto, il rapporto tra docente-studente ai miei tempi erano molto distaccato ma nonostante questo ai miei professori non è mai mancata la voglia, la passione, la professionalità ed il rispetto. Certamente c’erano e ci sono tutt’ora delle eccezioni: insegnanti che si basano sui pregiudizi, a cui piace umiliare i propri alunni. D’altro canto però si può dire che la confidenza tra professore e alunno è cambiata: mi piace dare consigli ai miei ragazzi ed aiutarli quando ne hanno più bisogno.

Cosa spera che migliori per la scuola del futuro?
Il mio sogno più grande è che siano i giovani ad insegnare, e mi auguro che questo accada. I ragazzi hanno bisogno di menti fresche. Infine spero vivamente che le ingiustizie non esistano, so che è un’idea utopica, ma ho visto troppi ragazzi promossi senza alcun merito; desidero che le persone che s’impegnano davvero vadano avanti ma mi rendo conto che ciò non è possibile al giorno d’oggi.

Avendo finito le domande da porre alla professoressa, ho deciso di soffermarmi alcuni minuti per approfondire il tema delle “ingiustizie scolastiche”, argomento che mi colpisce in prima persona.
La docente, con molta emozione, mi racconta la storia di Primo Levi e di come la cultura gli abbia salvato la vita nei campi di concentramento. << Era solito citare Dante per mantenersi vivo >> Narra con molta emozione l’insegnante riguardo la storia di Levi << Questo è un chiaro esempio di come la cultura riesca a salvare le vite. Arriverà il momento in cui chi l’ha sempre fatta franca, fingendo di studiare ed essendo sempre ingiustamente premiato, cadrà e non sarà in grado di rialzarsi. Chi, invece, ha passato la propria vita dedicandosi allo studio ed ha solamente ricevuto voti mediocri, apprezzerà di più ciò che lo circonda perché in realtà conosce più di chiunque altro. >> Conclude la professoressa ed aggiunge, quasi come una lezione di vita: << Studiate ed arriverete lontano >>.

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