#ShareTheScience/Gli uomini inquinano e le stelle spariscono

Di Laetitia Carbone

– Sharing.school torna anche oggi con la consueta rubrica settimanale #ShareTheScience che ci racconta la scienza. Oggi proveremo a capire insieme quanto le stelle siano importanti e quanto queste stiano rischiando di diventare un ricordo sbiadito nella nostra mente. Perché? Semplice, l’inquinamento luminoso.

Al giorno d’oggi, sono poche le zone dove alzando lo sguardo si possono ammirare gli astri che illuminano la volta celeste, tanto meno quelle da cui si possono pianeti come Venere e Marte. Questa luce artificiale, però, non è dannosa solo per il cielo, ma anche per la nostra salute, per la natura e comporta un consumo spropositato di energia.

CHE COSA SI INTENDE PER INQUINAMENTO LUMINOSO?
Scientificamente parlando, per inquinamento luminoso si intende quando, in presenza di un’illuminazione eccessiva di un luogo, i fotoni (che sono le particelle di cui è composto un raggio di luce) si riflettono sulle molecole di cui è composta l’atmosfera. Questo fenomeno comporta la creazione di quello sfondo luminoso che si può intravedere, ad esempio nelle città più popolose ed industrializzate, e nasconde la luce naturale degli astri.

Questo inquinamento è una delle conseguenze prime del nostro stile di vita. Infatti, le civiltà industrializzate, che convivono con fabbriche, insegne, luminarie lungo le vie e campi da calcio rischiarati a giorno, sono anche costretti a pagarne le conseguenze, anche perché, a dirla tutta, la maggior parte dell’energia e della luce utilizzate per questi scopi, soprattutto durante la notte, sono come sprecate.

CONSEGUENZE CHE NON CI ASPETTEREMMO
L’eccessiva quantità di luce durante il periodo notturno e non ha conseguenze importanti su molti fattori della vita di un essere vivente (perché non solo di uomini si parla).

In prima battuta, come abbiamo già accennato, troviamo il consumo enorme di energia e denaro, dato che la maggior parte delle zone industrializzate sono illuminate anche quando non ce ne sarebbe per nulla necessità.

Anche la nostra salute fisica è messa a dura prova. L’uomo, infatti, è “programmato” per cicli, più o meno costanti, di luce e di buio. Quando, per qualche ragione, si va ad intaccare ciò, si possono riscontrare degli sbilanciamenti fisici e psicologici. Come, ad esempio, non si ha più un sonno regolare e ristoratore, a causa della scarsa produzione di melatonina dell’organismo. Questo, però, è solo la punta dell’iceberg. Degli studi hanno infatti appurato che l’esposizione eccessiva a luce artificiale fa aumentare il rischio di depressione, obesità, diabete e alcuni tipi di cancro.
Infine, la flora e la fauna sono fortemente colpite da tutto ciò.

L’alterazione dei cicli luminosi e di buio causa danni consistenti ad animali e piante, che si basano su di essi per comportamenti necessari alla vita come la riproduzione, la caccia, la protezione dai predatori e il sonno.

LE OASI DI BUIO
Non sono ancora molti i luoghi dove, alzando la testa di notte, si possono intravedere nitidamente stelle, luna e costellazioni. Europa e America del Nord sono infatti le zone più colpite da questo fenomeno, seguite dall’Asia meridionale, con India, Cina, Giappone ed Indonesia. Possiamo trovare, però, alcune zone di vere notte buie, come Cile, Namibia, Australia, Ciad, Repubblica Centrafricana, Canada settentrionale e Russia.

Consultate anche l’Atlante di CIRES della luminosità artificiale del cielo: http://cires.colorado.edu/artificial-sk