#IConflittidelVenerdì – Israele e Palestina, è possibile una “soluzione a due stati”?

di Vesselin Adriano Torrero

-Questa settimana tratterò di un conflitto sanguinoso che ha luogo da ormai 70 anni e che sta causando migliaia di morti, perlopiù civili; stiamo parlando di Israele e della Palestina.

 

LA ROTTURA FRA HAMAS ED IL GOVERNO CENTRALE

Si è sempre tentato di dare luogo alla “soluzione a due stati”, sancendo l’indipendenza anche della Palestina, divisa in Cisgiordania e striscia di Gaza. Proprio questa divisione ha portato all’odierna situazione insanabile, dove di fatto la Palestina presenta due governi: quello della Cisgiordania con a capo Abu Mazen e riconosciuto dall’ONU, e quello di Gaza, in mano alla fazione estremista “Hamas”.
Proprio quest’organizzazione (considerata di stampo terroristico dall’ONU, dalla UE e dagli USA) ha alimentato la discordia fra le due parti in quanto rifiuta una qualsiasi soluzione che possa portare a riconoscere lo stato israeliano; per evitare qualsiasi accordo fra la Cisgiordania e Israele, Hamas ha compiuto numerosi attentati in territorio israeliano in modo da indirizzare il loro voto a favore della destra (che non avrebbe mai stretto accordi a favore dell’indipendenza di uno stato palestinese).

 

 

IL PROVVEDIMENTO DI NETANYAHU E L’INTERESSE DI TRUMP

Recentemente il presidente Netanyahu ha legalizzato gli insediamenti illegali di israeliani sul territorio della Cisgiordania, scatenando feroci polemiche da tutti i fronti.
Intanto Donald Trump, durante un incontro con Abu Mazen, ha fatto presente che si occuperà della situazione, garantendo il suo impegno a favore della formazione di uno stato palestinese.

 

LE INTENZIONI DEGLI ALTI VERTICI ISRAELIANI

Da parte israeliana non si percepisce alcuna apertura a favore di uno stato palestinese, come rivelano le parole di alcuni ministri del governo di Netanyahu:

“Siamo tutti contrari a uno stato palestinese. La cosa è fuori di dubbio.” (Silvan Shalom, ministro dell’interno).

“Questa terra è nostra. E’ tutta nostra… Dobbiamo pretendere che la comunità internazionale riconosca il diritto d’Israele di costruire delle case per gli ebrei nella loro terra, ovunque.” ( Tzipi Hotovely, vicepremier).

“Basta con la soluzione a due stati. Gli accordi che prevedono di restituire terra in cambio della pace non valgono più. Non vogliamo uno stato palestinese.”(Danny Danon, ministro della scienza e della tecnologia).

“Farò tutto quanto è in mio potere per fare sì che non abbiano mai uno stato.” (Naftali Bennett, ministro dell’istruzione).

“Dobbiamo affermare chiaramente che non ci sarà uno stato palestinese a ovest del fiume Giordano.” (Uri Ariel, ministro dell’agricoltura.

 

SI ARRIVERA’ MAI AD UN COMPROMESSO?

Sembra che la cosiddetta “soluzione a due stati” non si avvererà mai, dato che entrambe la parti non accettano compromessi; una situazione difficile da cui sembra non esista via d’uscita.

 

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