L’immigrato che dimora dentro ognuno di noi

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di Federica

Natale è arrivato per tutti, o almeno così in teoria dovrebbe essere, ma la realtà purtroppo è ben diversa. Centinaia di immigrati sbarcano ogni giorno nel nostro paese e vengono smistati in diversi città e paesi. Arrivano senza nulla e sono soli. Come è stato il loro Natale?


Scappano dalla guerra, da un paese così in conflitto da non permettere di essere liberi. Arrivano in paesi così diversi e così nuovi per loro.
Vengono accolti, sì, ma poi? Poi che ne è di loro? Spetta a noi risolvere il problema, aiutarli o non aiutarli. Porre fiducia in loro o restare diffidenti, è una nostra decisione. Di certo gli abitanti di  Geldermalsen, nei Paesi Bassi, hanno deciso come affrontare la situazione. La sera di mercoledì 16 dicembre hanno infatti attuato una rivolta assalendo il municipio dove la giunta comunale si era radunata per discutere dell’accoglienza dei migranti. In città era da poco stato aperto un nuovo centro di accoglienza pronto ad ospitare 1500 nuovi arrivi. I manifestanti hanno sfondato le reti di protezione del municipio e si sono scontrati con la polizia, che ha fatto numerosi arresti a causa della violenza. Ma nei Paesi Bassi le rivolte di questo genere non hanno effetto, il governo olandese ha infatti dichiarato di attendere 58 mila profughi entro la fine dell’anno 2016. Le strutture utilizzate saranno ex carceri, palestre, e uffici governativi. Riuscirà a convincersi anche il popolo olandese? Riuscirà la gente a fermare la paura irrazionale per persone che – di fatto – sono uguali a loro?
Dopo i numerosi attacchi terroristici non si può definire strano il fatto che sempre più persone non siano d’accordo ad avere nella propria città degli uomini sconosciuti appartenenti ad un’altra cultura. È normale che la gente sia titubante riguardo l’accoglienza, ma pensiamo che l’immigrato altro non è che un uomo che si allontana, scappa, da qualcosa che non vuole. Tutti noi ospitiamo un immigrato, ossia abbiamo dentro di noi una parte che fugge, evita, ciò che non vuole. Ogni volta che ci rifiutiamo di accogliere un altro, in definitiva, ci rifiutiamo di accogliere una parte di noi. È l’immigrato che vive dentro di noi che dobbiamo e possiamo imparare ad ospitare, grati al volto del profugo che fa emergere nel nostro cuore il vero profugo che si nasconde tra i marosi della nostra anima. Finché non si comprenderà che occasione di crescita e di maturità sono per tutti noi i migranti, continueremo a scacciarli con la violenza olandese o con la politica francese. Senza lo spazio o il barlume di una vera proposta di integrazione e cooperazione. Oppressi soltanto dalla paura di dover affrontare, in definitiva, il migrante che c’è dentro di noi e che chiede – invece – solo di essere ascoltato per raccontarci la sua storia e avere, finalmente, il nostro rispetto.

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