Il ritorno di Tiangong-1 si avvicina, cosa succederà?

di Isabella

– Un lancio in grande stile, tante ambizioni e un soggiorno prolungato: sono questi gli ingredienti perfetti per la disfatta di quella che avrebbe dovuto essere una nuova star dello spazio.

Il 29 Settembre 2011 la stazione spaziale cinese Tiangong-1 venne lanciata nello spazio; con i suoi 8500 chilogrammi e 11 metri di lunghezza sarebbe dovuta essere un’ottima concorrente della stazione spaziale internazionale, nonostante le dimensioni minuscole rispetto a quest’ultima, per poi ridiscendere sulla Terra nel 2013. Durante la sua permanenza nello spazio, il “Palazzo Celeste” ha ospitato gruppi di astronauti e in seguito, dopo essere stata disabilitata, vi si sono effettuati alcuni test tecnologici e forse è proprio a causa di questi ultimi che la centrale non fu sostituita come previsto.

Quali problemi avrebbe potuto causare una piccola base spaziale lasciata in orbita più del dovuto? Nessuno scienziato, a quanto pare, è stato capace di rispondere in tempo a questa domanda, almeno fino a Marzo 2016, quando un grave guasto alle batterie ha fatto perdere il controllo di Tiangong-1. Durante questi anni la stazione ha compiuto orbite sempre più vicine alla Terra . Un evento di poco conto, dato che circa due volte l’anno dei satelliti perdono il controllo atterrando sul nostro pianeta. Fortunatamente, per i responsabili che hanno scelto di lasciare orbitare nello spazio la carcassa di Tiangong-1 e di non smantellarla, la risposta alla domanda posta precedentemente non è catastrofica come molti pensano: la stazione spaziale infatti si disintegrerà e brucerà in gran parte a causa dell’attrito nel contatto con l’atmosfera, perciò si stima che le possibilità di essere colpiti da un frammento siano di uno su centomila miliardi. Questo non vuol dire che non ci saranno comunque dei danni, in particolare di carattere chimico e tossico: è possibile che a bordo siano presenti 230kg di tetrossido di azoto e 120kg di monometilidrazina, sostanze altamente tossiche di cui lo stato, liquido o solido, è momentaneamente sconosciuto; l’unica cosa certa è che avrà luogo una minima contaminazione legata ad alcuni frammenti che si dispereranno sulla Terra. Per il momento non è ancora possibile sapere con certezza dove cadrà la maggior parte dei residui, si avranno le esatte coordinate solo a trentasei ore dallo “schianto”, ma è molto probabile che alcuni di questi colpiranno l’Italia Centro-Meridionale durante il fine settimana di Pasqua.

Tiangong-1 è quindi ben lontana dal seppellirsi nel “cimitero dei satelliti” in mezzo al Pacifico. E mentre la notizia si sparge in ogni parte del mondo, l’umanità, impotente, non può fare altro che aspettare l’inizio di questo nuovo countdown.