I volti dello sport/Joel Embiid

di Arturo Barone

– Oggi raccontiamo la storia di una delle più grandi promesse della NBA, Joel Embiid, un ragazzo ventitreenne su cui grava il peso di risollevare le sorti di una franchigia che ormai sembra perduta: i Philadelphia 76ers. 

La vita
Nato in Camerun nel 1994, si è trasferito negli USA a 17 anni e dopo un anno di college a Kansas City si rende eleggibile per il draft nel 2014. Nell’estate dello stesso anno, dopo esser stato scelto dai 76ers come terza scelta assoluta, si rompe il piede destro. Questo infortunio lo porta a stare fermo per ben due stagioni, riuscendo a debuttare solo quest’anno con una riduzione di minuti per evitare che la situazione peggiori.

Tra tweet e foto ritoccate
Nei suoi due anni di “riposo” si è divertito spesso a scrivere tweet uniti a immagini ritoccate indirizzati alla famosissima cantante Rihanna. In questi la ringraziava per essere andata a vedere le sue partite, rappresentava la cantante mentre vestiva la sua canotta o, addirittura, mostrava un loro appuntamento insieme. La secca risposta della cantante fu: ”Uscirò con te quando sarai un All Star.”

Recentemente, il giorno delle elezioni americane, ha scritto su Twitter, in seguito alla vittoria di Donald Trump, che gli USA stavano tankando (stavano perdendo di proposito per poter avere una scelta migliore l’anno dopo). Inoltre, dopo la prima partita dell’anno corrente, che fu una vittoria, scrisse sui social che i suoi 76ers erano ancora imbattuti nel 2017 e che, se avesse voluto, LeBron James avrebbe potuto unirsi ai Phila.

Numeri e successo
Quest’anno ha, con soli 28 minuti a disposizione per partita, una media di 20.2 punti e 7.8 rimbalzi. Con questi numeri (che rapportati su 36 minuti a partita sono identici a quelli del grandissimo Wilt Chamberlain nel suo anno da matricola) e con il suo carisma si è guadagnato in pochissimo tempo l’affetto e la simpatia di tifosi della NBA di tutto il mondo. Al suo debutto e nelle consecutive 9 partite ha segnato 20 punti, cosa che non si verificava per i Phila dai tempi di Allen Iverson.

The Process
Ed è proprio da qui che deriva il suo soprannome: The Process, il processo, cioè colui che porterà di nuovo alla vittoria la città di Philadelphia. Questo termine è stato inizialmente utilizzato da alcuni giornalisti per definire un buon momento della squadra della Pennsylvania e in seguito se n’è appropriato il giocatore identificandosi come motore del team.

Tra soddisfazioni e delusioni
Embiid è stato votato dai tifosi come terzo nell’All Star Game, ma non è riuscito a giocare per i voti dei giocatori e degli allenatori che non erano sufficienti; è stato comunque scelto per partecipare alla Rising Star Challenge a cui non ha preso parte per via di un infortunio.

Le grandi aspettative
Joel Embiid è il presente e il futuro dei 76ers e probabilmente della NBA. Potrebbe diventare il centro più forte di sempre o un semplice giocatore da panchina, ma per ora ci sono grandi aspettative nei suoi confronti e a noi piace vederla positivamente.

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