Il ritorno delle responsabilità

di Camilla Groppo

– In un’Europa nella quale la paura sembra regnare sovrana, un gruppo di “artigiani digitali” chiamati makers ha pensato, con la collaborazione della Commissione Europea, di istituire una settimana dedicata al loro lavoro, in contemporanea in tutti i 28 paesi dell’Unione. L’obiettivo dell’European Maker Week (questo il nome dell’iniziativa) è quello di sensibilizzare la popolazione ad una visione positiva sia delle innovazioni tecnologiche sia di coloro che ne fanno uso abituale. Grazie a queste novità multimediali potranno essere creati i “mestieri del futuro”, ovvero quelli che un domani potrebbero ricoprire circa il 65% dell’occupazione mondiale una volta sperimentati. Grazie all’idea che i makers hanno avuto di riunirsi si capisce che questi ragazzi hanno davvero voglia di mettersi in gioco. I makers, essendo presenti in tutta Europa, formano una vera e propria comunità che affascina non solo per la sua creatività, ma anche per la visione positiva che fornisce delle nuove generazioni a chi non crede in loro. Questi ragazzi rappresentano una parte di coloro nei quali l’Europa dovrebbe fare affidamento per una sua futura stabilità. Forniscono una speranza ad una società destinata a finire in frantumi nel giro di poco tempo, soprattutto a causa del clima di disperazione e rassegnazione che aleggia tra i giovani. Quando non si è abituati ad avere fiducia in sé stessi non si riesce a credere in nulla. Una comunità formata da uomini pieni di sfiducia e rancore è il principio dell’inabissamento lento e doloroso di un mondo che sta in piedi solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di credere e sperare in un cambiamento, in un’innovazione, in una ribellione. Un uomo un giorno disse che “La vera rivoluzione dobbiamo cominciare a farla dentro di noi”, ed è questo l’atteggiamento che si dovrebbe iniziare a prendere in considerazione senza aspettare che siano gli altri ad agire, perché a braccia conserte non si è mai ottenuto nulla. Se tutti i giovani avessero la mentalità maker allora gli eventi si presenterebbero in una maniera diversa: la speranza e la fantasia regnerebbero sovrane in un mondo non più governato dall’ipocrisia. Il peso che i giovani tendono a dare agli avvenimenti è, al giorno d’oggi, irrazionale. Non si ha più la considerazione della gravità dei fatti, si tende a lasciarsi scivolare addosso le notizie negative e a non apprezzare quelle positive. Questa società rischia di essere dominata dalla più completa apatia e, a meno che qualcosa non cambi, la situazione andrà via via peggiorando. L’atteggiamento di coloro che credono ancora nei valori fondamentali della vita dovrebbe essere preso ad esempio da chi invece ne ha perso fiducia. E se il comportamento comunque non cambiasse? Se chi dovrebbe impegnarsi a risollevare l’Europa, rischiasse invece di affondarla? Chi si prenderebbe cura del paese? Con un atteggiamento di rifiuto sempre maggiore, coloro che dovrebbero salvare l’Europa potrebbero dimostrarsi, invece, l’iceberg che fa affondare la nave.

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