ABUSI SU MINORI/Il lato oscuro di una perversione

Qualche settimana fa, in un articolo precedente avevamo parlato di femminicidi e ancora prima della violenza all’interno delle famiglie. Per continuare questa triste serie di articoli concentrati sulla violenza in tutte le sue forme, abbiamo deciso di introdurre l’abuso sul minore. Questo è certamente un tema complesso, in quanto con “abuso” si possono intendere quelli sia fisici sia psicologici e probabilmente si potrebbe stare per ore a discutere su questo argomento, ma forse era necessario cominciare dove tutto è più evidente, ma di certo non meno brutale.

 

Italia

I reati commessi su minori è da alcuni anni una problematica che affligge l’Italia ad alti livelli. E ́ dal 2021 che i numeri di reati ha superato i 6 mila annuali, arrivando a sfiorare i 7 mila nel 2022. Nonostante alcuni tipi di infrazioni siano leggermente in calo, è in preoccupante aumento il numero di vittime di abusi sessuali e di detenzione di materiale pedopornografico. Secondo un’ indagine conoscitiva dell’Istat che prendeva in considerazione il quadriennio 2014-18 ha registrato un numero di denunce per molestie abbastanza stabile, tra le 1300 e le 1440. Tra tutti i reati quelli di cui si è presa maggior nota sono gli atti sessuali con minorenne, violenza a danni di minore di 14 anni e pedopornografia minorile. 

Dopo un lieve calo, in questi ultimi anni le denunce sono aumentate di nuovo, riportando alla luce il problema che comprende centinaia e centinaia di bambini e ragazzi. E´ sempre importante ricordare che i dati si basano infatti sulle denunce effettuate, in quanto è impossibile tenere conto dei reati di cui non si sa nulla. Questo ci lascia con il dubbio di quanti ragazzi e bambini subiscono effettivamente violenze.Com’è purtroppo prevedibile la maggior parte dei minori coinvolti sono femmine. Sin dal 2014, ma anche prima, la percentuale di ragazze coinvolte superava il 70% in ogni tipo di reato, in particolare a violenza sessuale aggravata. Un altro dispiacere è causato dal fatto che questo dato è in costante aumento da almeno un paio d’anni -nel 2022 si è arrivati a un 89% sui casi totali. 

Pedopornografia 

Una situazione interessante è quella della pornografia minorile: sempre secondo l’indagine Istat è l’unico reato a sfondo sessuale dove gli under 18 sono la fetta maggiore degli autori. E´inoltre presente una grande differenza tra le fasce di età coinvolte; a seconda dell’anno considerato le vittime variano dagli 0-13 anni ai 14-17. 

Con questo termine s’intende l’utilizzo di dispositivi elettronici e di Internet per la registrazione, la diffusione e il commercio di immagini e video in cui sono presenti minori di 18 anni. Le pene in Italia vanno dai 3 anni (per detenzione di materiale pedopornografico) a 24 se sono coinvolte anche violenze fisiche. 

Nel 2022, il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online della Polizia Postale si è occupato di 4.542 casi, che hanno consentito di indagare 1.463 soggetti, 149 dei quali sono stati arrestati, più di 25 mila siti sono stati bloccati e oscurati.

In questi casi è molto importante prevenire gli attacchi di adescatori, soprattutto visto che molti bambini hanno fin da piccoli accesso a smartphone e tablet. Solo nel 2022 sono stati confermati 424 adescamenti, di cui 229 miravano a vittime tra i 10 e i 13 anni. C’è stato purtroppo un incremento del materiale girato con bambini tra i 7 e i 10 anni, che ad ogi è circa un terzo dei contenuti totali.

Vista la giovane età delle vittime è estremamente importante che i genitori siano coinvolti, per assicurarsi di un uso responsabile di Internet. In particolar modo è utile, soprattutto per i più piccoli, installare app di blocco per siti dannosi, che controllano quanto tempo si è passato su Internet. 

Segni di abuso

È però possibile capire quando un bambino è vittima di violenze, sia fisiche che psicologiche. Alcuni indicatori, oltre a lividi e ospedalizzazioni frequenti, possono essere improvvisi scatti d’ira, rifiuto del contatto fisico, ma allo stesso tempo ricerca di attenzioni, instabilità nella reattività e nelle emozioni. Ma anche atteggiamento “vittimista” o aggressivo, inibizione o mancanza di fiducia negli altri, ansia costante e comportamenti più “adulti” e insoliti per la vittima sono presenti in questi casi, soprattutto dal punto di vista psicologico. 

In certi casi è proprio la vittima a confessare l’ accaduto, a un genitore o a una persona  di fiducia, mentre altre volte è l’ adulto a chiedere accertamenti, in seguito ad aver notato comportamenti strani. Oltre a quelli elencati sopra, segni da non sottovalutare soprattutto negli adolescenti, sono riferimenti sessuali espliciti nelle conversazioni, difficoltà ad integrarsi nelle conversazioni o assenze frequenti da scuola o sport. 

Per certe professioni è obbligatorio denunciare l’accaduto, anche in casi di sospetto, venendo punito dalla legge in caso di mancata segnalazione, mentre per i cittadini comuni rimane un obbligo su base morale. 

Brevi storie 

Di seguito vengono brevemente spiegati un paio di episodi di violenze:

La vicenda si sarebbe svolta a Roma dove il padre avrebbe abusato della figlia di 10 anni. L’uomo era separato da qualche anno dalla madre e secondo i giorni stabiliti dal tribunale, incontrava i suoi figli. Quando veniva nella sua casa a San Cesareo, distraeva il figlio maggiore e abusava della figlia. La bambina, stanca dei continui abusi, decise di raccontare tutto a sua madre, la quale andò subito a denunciare l’ex marito.

Tutto ha avuto inizio con la separazione dei genitori di Shannon Clifton. A cinque anni, decise di vivere con suo padre, dando così inizio a episodi di abusi che si protrassero fino a quattro volte al giorno. Shannon rimase incinta due volte: la prima volta, suo padre la costrinse a interrompere la gravidanza, mentre la seconda partorì un maschio che fu dato in adozione, nonostante l’opposizione paterna.

I segnali di allarme vennero da insegnanti della scuola frequentata da Shannon, i quali contattarono le autorità. La giovane ha dichiarato che le violenze subite l’hanno spinta persino a tentare il suicidio. Nel 2015, Clifton fu condannato a 15 anni di prigione, pena successivamente ridotta a 10 anni. Shannon ha testimoniato contro di lui in tribunale e ha scritto un libro intitolato “The Monster I Loved” per narrare la sua esperienza.

 

Negli ultimi anni sono uscite alcune serie tv in memoria di questa tematica: tra queste Jams e sei donne e Il mistero di Leila. E’ un bene che ancora oggi si parli di questo problema, soprattutto in modo digitale, per essere più vicino alla società moderna, anche se per parecchio tempo è passato in secondo piano.

I ragazzi che hanno subito questi abusi hanno paura a parlarne con altri perchè non vogliono essere giudicati e temono di non essere creduti dai genitori, e in più, se il violentatore lo venisse a sapere, ci sarebbe un rischio ancora piú grave nei loro confronti, perciò bisognerebbe avere piú attenzione ai campanelli di allarme e credere al proprio figlio o nipote se raccontasse un simile fatto.