Salvini attaccato dopo l’attentato di Bruxelles

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di Rocco Palomba

– 22 marzo 2016. Data e giorno drammatico nel quale 14 persone hanno perso la vita, circa 300 sono rimaste ferite e molte altre fortunatamente hanno scampato l’esplosione.

Nel giorno in cui gli attentatori dell’Is hanno colpito duramente la capitale Belga, a Bruxelles si trovava anche il leader leghista Matteo Salvini che non ha perso l’occasione di “documentare” in maniera discutibile quanto avveniva nella città straziata dalla violenza dell’estremismo: “Io stavo arrivando lì, ma ci hanno bloccato. Tutto evacuato. Sto bene (a qualcuno dispiacerà) e torno in ufficio. Non è possibile vivere sotto il ricatto dei violenti e dei folli. Io non mi arrendo, io non ho paura. Una preghiera per le vittime”. Alcuni utenti di diversi social non hanno gradito, e hanno risposto ai post di Salvini chiamandolo “Sciacallo”. Il leader leghista ha deciso di rispondere a questi insulti con una semplice frase: “Quelli che mi attaccano oggi sono gli stessi che tra una settimana si dimenticheranno degli attacchi”. Ma siamo sicuri che un evento del genere si possa dimenticare? Morti, feriti, dispersi. Si può dimenticare la presenza di un amico o un parente che è rimasto vittima dell’attentato? No, non si può dimenticare.

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