GRAN FINALI/Star Wars IX chiude gli anni dieci (con un pizzico di delusione)

Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…

Il secondo decennio degli anni duemila sta terminando e in quest’ultimo anno abbiamo assistito alla fine di grandi serie tv, come Game of Thrones, e di grandi saghe, come quella degli Avengers. Ora stiamo per assistere alla fine di un’altra saga cinematografica che per ben quarant’anni ha segnato diverse generazioni, ossia Star Wars, che si conclude con Episodio IX: L’ascesa di Skywalker.

Con questo capitolo ci si aspettava che tutti i dubbi venissero risolti e che la pace si ristabilisse nella Forza e nella Galassia.
Tuttavia nel finale di questa triologia sequel diverse cose sembrane essere andate un po’ storte.

Per evitare problemi vi metto qui lo “spoiler alert”.

La trama

Ci troviamo un anno dopo la morte di Luke Skywalker. Rey sta completando l’addestramento Jedi sotto la guida del Generale Leia.
Nel mentre Poe Dameron, Finn e Chewbacca ricevono da una spia del Primo Ordine un messaggio che rivela loro che Palpatine è tornato.
L’ex Imperatore, creduto morto dall’Episodio VI, sarebbe stato dietro ogni azione del Primo Ordine e avrebbe ordinato a Kylo Ren di uccidere Rey, promettendo a questo di renderlo Imperatore a sua volta.
Rey, accompagnata da Poe, Finn, Chewbacca e dai droidi C3-PO e BB8, parte alla ricerca di Exegol, il pianeta dove si trova Palpatine.
Durante la ricerca si scontra diverse volte con Kylo Ren, durante uno di questi scontri veniamo a conoscenza che Rey è la nipote stessa di Palpatine. Lo scontro tra i due giovani tocca il vertice in un duello sui resti della seconda Morte Nera, in cui Kylo Ren, dopo essere stato quasi ucciso torna in pace con sè e ritorna ad essere Ben Solo.
Il film culmina con la battaglia finale su Exegol tra “la diade della Forza” contro Palpatine e tra i ribelli contro la flotta dei Sith.
Dopo la vittoria delle forze ribelli Rey torna su Tatooine dove seppellisce le spade di Leia e Luke e prende il nome di Skywalker in loro onore.

La prima mezz’ora ha un ritmo rapido e vorticoso. Si tratta di una sorta di pezza che Abrams vuole applicare agli Ultimi Jedi per rimuovere gli errori che avrebbe commesso Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, e riportare la storia nella sua personale carreggiata.

Nella sua interezza il film è un continuo viaggio, tra incredibili ambientazioni e gran colpi di scena che risultano però un po’ scontati.

La regia e il rapporto con Rian Johnson

Il film fin dal trailer rendeva chiaro il suo intento, ossia cercare di rivedere le scelte fatte da Rian Johnson ne Gli Ultimi Jedi e dove possibile nasconderle o riscriverle oppure, in rari casi, andare nella loro direzione; vediamo che come quello di Han Solo grava sul figlio Ben, alias Kylo Ren, anche il fantasma di Johnson grava su Abrams che non riesce e non può totalmente liberarsene.
Il regista di questo nono episodio cerca di smontare ciò che ha fatto il regista precedente per continuare a costruire la sua storia iniziata con Episodio VII, ma questo “tagli e cuci” risulta troppo evidente e incorre in numerose contraddizioni – o in questo caso possibile “dissing” nei confronti di Johnson.

Il ritmo quindi risulta turbinoso e ogni scena viene affrontata con tale velocità che lo spettatore non ha il tempo d’interrogarsi sul significato di essa che si è già passati alla successiva, sembra che J. J. Abrams abbia cercato di concentrare troppe storie per due ore e dieci di durata.

Una delle poche cose che il regista ha ripreso da Johnson è il fatto che Leia fosse uno degli ultimi Jedi. Avevamo difatti scoperto che la Forza scorreva potente in lei in Episodio VIII, durante una scena che aveva dell’orripilante, ma che aveva aperto le porte a una backstory, mai mostrata, ma dalle grandi potenzialità.
Il problema ricade sempre nella fretta di Abrams, difatti l’alto potenziale viene sprecato e l’addestramento di Leia ci viene mostrato in minima parte solo durante un flashback.

Per quanto riguarda gli effetti speciali e la fotografia, Abrams vince a mani basse.
Pianeti e scenari mozzafiato e combattimenti molto godibili anche se lunghi.
Le musiche di John Williams sono sempre uno spettacolo, con il ritorno del tema della Marcia Imperiale che non stanca mai.

I personaggi

I protagonisti sono pressoché gli stessi delle altre due pellicole, ma le loro caratterizzazioni risultano scarne e i pochi dettagli aggiunti sembrano inutili.

Lo sviluppo del personaggio di Rey non è convincente, in particolare in merito al fatto che all’inizio del film non riesce a “sentire” gli Jedi del passato, ma alla fine sì, però non ci viene presentato il cambio che avviene in lei e non saranno due spade laser incrociate a renderlo esplicito.
Nelle note finali scopriamo che è proprio Rey lo Skywalker del titolo e non Ben Solo, che era effettivamente un discendente dei “Camminatori Del Cielo”, il che crea un parallelismo con Episodio VI ossia il fatto che fosse Anakin, e non Luke, il Jedi che ritornava.

Questo non è l’unico parallelismo che troviamo con le altre triologie.
Il duello sullo scheletro della seconda Morte Nera tra Rey e Kylo ricorda infatti quello su Mustafar tra Anakin, ormai Dart Vader, e Obi-Wan Kenobi alla fine de La Vendetta dei Sith.

Interessante è proprio lo sviluppo del rapporto tra Kylo Ren e Rey – ad esclusione del bacio finale – che con il loro legame formano una “diade nella Forza”.

Il personaggio di Rose introdotto in Episodio VIII è stato messo da parte così con R2-D2 che viene relegato a personaggio di contorno.
Scopriamo anche qualcosa di più sul passato di Poe Dameron, ma il tutto viene liquidato con poche battute senza rivelarci poi molto.

Il sacrificio di C3-PO che si fa resettare viene vissuto con un’intesità emotiva pressoché nulla, anzi viene trattato con un umorismo più da film Marvel che da Star Wars.

Abbiamo poi alcuni personaggi la cui presenza non ha un chiaro significato. Come la ragazza, ex stormtrooper, che fa amicizia con Finn e che sembra avere tutte le caratteristiche per una potenziale love story, anche se poco dopo la vediamo parlare del suo passato ignoto con Lando Calrissian, il quale le proprone di riscoprire le sue origini. Che sia forse l’input per un nuovo spin-off?
Allo stesso modo non si capisce il motivo della presenza del droide a forma di lampada della Pixar, perché la verità sulla morte dei genitori di Rey poteva essere spiegata anche in molti altri modi, quindi ci chiediamo: la Disney non vende ancora abbastanza giocattoli?

Durante tutta la durata della pellicola non si fa altro che riportare in vita personaggi già deceduti nei film precedenti e inscenare invece la morte di altri. Ci fanno credere che muoia Chewbacca, ci fanno credere che “muoia” C-3PO, ci fanno credere che muoia Kylo, e poi alla fine non muore mai nessuno. Può passare un volta o due poi diventa esagerato e un po’ fastidioso.

 

Questo nono capitolo è l’esempio perfetto di un colosso dell’intrattenimento che insegue le reazioni dei fan e modifica continuamente l’iter della saga a discapito della sua organicità.
Come si era già visto questa diade tra Lucas Film e Disney, non funziona tanto bene quanto Rey e Ben Solo.