India: un tuffo tra colori e antiche tradizioni

di Manal Boubker

– Continua il nostro viaggio in giro per il mondo alla scoperta di nuovi usi e costumi. Partendo dalla nostra patria ci spostiamo verso l’oriente alla volta dell’India.

La cultura.

Se sei alla ricerca di antiche tradizioni, colori e forti sapori l’India è quello che fa per te. Collocata nell’Asia meridionale, è il secondo paese più popolato al mondo e culla di quattro grandi religioni (il buddismo, l’induismo, il giainismo e il sikhismo). Patria di Gandhi, società multilingue e multietnica, l’India è inoltre ricca sul piano naturale, con un’ampia diversità di fauna selvatica e di habitat protetti.Il subcontinente è riuscito a preservare le proprie antiche tradizioni, assorbendo nel frattempo nuovi costumi, tradizioni e idee portati da popoli invasori e immigrati, diffondendo la propria influenza culturale verso altre parti dell’Asia. La musica indiana è un’altra componente culturale che copre una vasta gamma di tradizioni e stili regionali. La musica classica in gran parte comprende i due generi: al Nord la musica industani, al Sud la musica carnatica e le loro varie forma di musica folk regionale. Anche la danza indiana ha esempi di forma folk e classica: vi sono ben otto forme di danza, con molte elementi narrativi e mitologici. Quando si pensa al mondo della cinematografia, solitamente si crede che Hollywood sia la principale produttrice di film del mondo. Ma non è così: il primato lo ha Bollywood, che, insieme ad altri studi cinematografici di minori dimensioni, produce oltre 1000 film all’anno.

Il paese dalle mille tradizioni.

Le cerimonie indiane sono molto numerose e possono durare anche per più giorni; ogni celebrazione sembra essere un entusiastico tributo alla vita, fatto di danze, musiche e colori. Una delle più importanti feste è l’Holi, che celebra la fine dell’inverno (conosciuto in occidente grazie agli Holi Fusion); a Luglio invece c’è la cosiddetta Festa del Mango, realizzata con una splendida coreografia di cestini di frutta colorata; una delle più celebri ricorrenze è la Ram Lila che si festeggia tra Ottobre e Novembre; essa prevede una serie di rappresentazioni e canti e si conclude con la distruzione delle immagini del demone Ravana.
La cucina indiana è variegata proprio come il popolo indiano. Essa cambia a seconda delle aree territoriali e della religione professata, accomunata tuttavia dall’ampio uso di spezie, che conferiscono alle pietanze sapori intensi e particolari.

La moda indiana.

Così come la cucina anche l’abbigliamento è legato alle etnie differenti che abitano questo grande paese. L’abito indiano più conosciuto e antico è la Sari, caratterizzato da drappeggi, volute e tessuti dalle infinite sfumature cromatiche.
Si tratta di una fascia di tessuto lunga cinque o sette metri, che termina con il pallu, il lembo decorato. Può essere di cotone o di tessuto sintetico, a tinta unita o stampati, di seta o di broccato. Nel Bengala sono diffusi quelli trasparenti e lievi. Possono anche essere ricamati a mano con motivi floreali, o di seta pesante, con disegni geometrici mentre quelli bianchi sono destinati alle vedove. Tutti i giorni, però, si usano i sari con colori vivaci, rosso e ocra.
Le cittadine lo portano con il choli, un corpetto aderente a maniche corte, lungo quanto basta per coprire il seno: sotto il sari solitamente si porta una sottogonna di cotone inamidato per fissare le sette pieghe di rito, della profondità di quattro dita. Le musulmane al sari preferiscono il “salvar kameez” della tradizone del punjabi. Si coprono la testa e talvolta il viso con il velo. Nel nord est le donne mettono gonne ampie e leggere di cotone rosso, giallo e arancione e una pettorina grigia e ricamata, fissata sul dorso da legacci. Sulle braccia braccialetti di osso o plastica. A Goa le donne portano abiti al ginocchio, con maniche a sbuffo mentre nelle regioni Tibetane è solito usare pettorine e copricapi ornati di coralli . Nelle occasioni eleganti, vengono indossate lunghe gonne di voile ricamate nello stile zardozi e il ventre è quasi sempre scoperto ed è ornato con un gioiello all’ombelico. I gioielli sono segno di ricchezza, un patrimonio che ogni indiana porta con sé e che lascerà alle proprie figlie.

Le acconciature e il trucco.
Le donne indiane si truccano pochissimo. Una donna sposata porta sulla fronte il tilak di rito, il segno tondo fatto con la polvere rossa (ma oggi può essere un tondino di feltro adesivo, rosso o di altro colore). Nel giorno delle nozze, il marito separa la capigliatura della sposa e tinge la scriminatura con polvere vermiglia. I cosmetici occidentali non sono molto usati, solitamente si usa solo il rossetto ai matrimoni visto che il caldo non permette di ricorrere a fard e fondotinta. Donne, bambini e uomini usano invece il khol per sottolineare il contorno occhi. Particolarmente belle sono le trecce, ornate di perline e bigiotteria. Prima del matrimonio i capelli si possono portare sciolti mentre dopo vengono portati intrecciati o raccolti in segno di obbedienza. La chioma è molto importante per gli indiani infatti quando un genitore muore, un figlio per usanza si rade il capo. Gli asceti e le danzatrici sacre, non tagliano né lavano mai i capelli mentre i sikh non possono radere i peli del corpo per preservare la loro forza.

Se la tua curiosità non ha limiti continua a seguirci e se viaggiare è una tua passione dai uno sguardo ai due articoli della nostra rubrica #ZainoInSpalla sul Perù e sull’Egitto.