La scuola finisce davvero con la Maturità?

Oggi è l’ultimo giorno degli scritti, e la Maturità 2016 si avvia verso la fine. Claudia Demontis si chiede se con l’esame finisca tutto o se, dentro di noi, resteremo sempre quel bambino al suo primo giorno di scuola.

 

Per molti, oggi non è nient’altro che un giorno qualunque, uno di quelli, la cui ragione di esistenza è ignota. Eppure, nello stesso momento in cui voi state leggendo queste parole, 7 miliardi di persone stanno facendo più di 7 miliardi di azioni differenti: nel medesimo istante in cui gli uomini combattano, si amano, muoiono, vivono, ecco i “maturandi”.
Ognuno di noi ha almeno un conoscente, un amico, un familiare, che sta affrontando questo periodo così cruciale della sua vita e condivide, con noi, il fermento di quest’ansia piena di aspettative ed insicurezze.

Che l’abbiamo già vissuta o no, la maturità rimane, comunque, un’ immagine eterna: essa persiste nelle nostre menti come una sorta di traguardo, o più una partenza, che segna una determinata divisione tra la realtà adolescenziale ed “il mondo dei grandi”. Inevitabilmente, l’uomo è quotidianamente influenzato dallo stato d’animo di chi lo circonda, quindi, tutti noi siamo consapevoli di quanto, nonostante in molti cerchino di dissimulare ciò, questo “sprint” di fine carriera scolastica pesi su tutti noi; i giorni sono passati come se fossero stati scivolosi, li abbiamo visti scappare dalla nostra presa, lasciando afferrare alle nostre mani aria e vuoto, ed ora, siamo ai cancelli delle nostre scuole, per niente pronti, boccheggiando come pesci e pensando a come diamine siamo già arrivati a questo punto, ad un giorno visto un tempo così remoto ed equivoco.

Mentre le pagine dei calendari svoltavano, i conti alla rovescia si accorciavano e, presto, la dura verità è emersa intorno a noi: oggi, con la terza prova, è già l’ultimo giorno di scritti della “Maturità 2016”.
Intorno, vediamo le ultime fatiche di migliaia di ragazzi italiani al termine di un percorso di cinque anni ricco di gioie, amicizie, stress e delusioni. Ora, per molti si aprono le danze per un mondo nuovo, pieno di occasioni e nuove esperienze, per altri può sembrare, invece, un perpetuo spreco di tempo, denaro ed energie. Nessuno può obbiettare che siamo cresciuti tutti, questi ragazzi pure, ma al momento in cui sarà tutto finito, non potremmo fare altro che sentirci tutti un po’ più piccoli, rimpiangendo l’immagine di quel bambino seduto al primo banco- il riflesso infantile di noi stessi- , il grembiule perfettamente stirato per il primo giorno di scuola, un sorriso un po’ sdentato ma radioso, che ci rincuora e sembra dire ” il bello deve ancora arrivare”.

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