In limine: una rivista per ricredersi e conoscersi

di Serena Tartarini

Quante volte ci siamo sentiti costretti, chiusi e confinati entro “limiti”? Confini dettati dai nostri genitori, dalla nostra giovane età o dalla società che, troppo spesso, ci fa sentire inadeguati; confini che allo stesso tempo, però, fungono da protezione. Obblighi o costrizioni che, spesse volte, essendo ragazzi giovani, ci hanno fatto sentire in gabbia, ma ci hanno anche fatto riflettere sui molteplici aspetti che questi “confini” hanno. Anche alcuni professionisti dell’ambito psico-sociale si sono imbattuti in tale riflessione a proposito dei limiti e confini entro i quali, grazie al loro lavoro, si trovano a lavorare. Durante l’ultima riunione di redazione, tenutasi come consuetudine venerdì pomeriggio, Sharing ha avuto il piacere di accogliere un ospite speciale: Fulvio Di Sigismondo. Educatore professionale, coordinatore di progetti e servizi rivolti ai giovani ci ha voluto incontrare per portarci a conoscenza della rivista “In Limine” pubblicatasi per la prima volta a dicembre 2015 e prossima alla seconda redazione. “Questa rivista nasce con l’intento di creare uno spazio di condivisione” spiega Di Sigismondo “una rivista rivolta a tutti e in cui tutti possono dare il loro contributo”. Nel primo numero, quindici figure professionali del mondo del sociale tra cui psicologi, psichiatri ed educatori hanno sviluppato il tema del “confine” a partire dalla propria esperienza professionale, declinandolo in vari ambiti e analizzando differenti aspetti e punti di vista. Un “luogo” per lo scambio e incontro di idee che nel prossimo numero vedrà sempre una quindicina di professionisti lavorare e riflettere sul tema del “tempo” oggi più che mai prezioso, ma sfuggente. “Nonostante il taglio prettamente scientifico e psicologico della rivista, essa si pone come obbiettivo quello di far superare i pregiudizi che spesso le persone nutrono nei confronti del mondo della cura” spiega Di Sigismondo. E’ dunque una rivista nuova, impegnativa, ma utile; un “farmaco umano” per superare e ampliare le proprie visioni, per conoscere e conoscersi.

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