Essere madri è un dovere, non una scelta.

di Elisa Pomata

-Trieste. Una giornata come tante, almeno all’apparenza. Madre e figlia passeggiano con il proprio cane. Ad un certo punto la scoperta: una bambina appena nata si trova a terra, abbandonata tra i cespugli.


Appena rinvenuta, le due donne chiamano i soccorsi e la neonata viene ricoverata d’urgenza, in gravissime condizioni dovute anche al freddo e la pioggia della sera precedente. Nonostante le cure e i disperati tentativi dei medici, la piccola cede, lasciando la sua vita senza nemmeno averla iniziata.
La bambina, oltre a non essere stata accudita, è deceduta esattamente il giorno prima dell’8 maggio, giornata dedicata alla Festa della Mamma.
La madre, indipendentemente dal fatto che si tratti realmente della ragazzina di 16 indagata dalla polizia, ha violato ben due principi: il diritto alla vita e l’essenza di essere madre.

Voluta o meno, una gravidanza è pur sempre una gravidanza, e com’è ovvio che sia, porta ad un qualcosa di grande: la vita. Questa, è un diritto. Un diritto che nessuno dovrebbe permettersi di violare. Tutti hanno diritto alla propria vita. La decisione di portare avanti una gravidanza implica il prendersi le proprie responsabilità al 100%.
Prendersi cura di un neonato, soprattutto per un’adolescente, non è di certo una passeggiata, ma una volta presa una decisione, non è pensabile tirarsi indietro.
Rimane comunque il fatto che abbandonare un neonato, e per di più all’aperto, in un giardino incustodito, è un gesto completamente al di fuori di ogni etica. Se una donna si rende conto di non potersi prendere cura del proprio figlio, ha diversi altri modi per far sì che possa vivere felice.
Infine, per l’essenza di madre, liberarsi del proprio bambino è disumano ed innaturale, in quanto l’istinto materno stesso, anche negli animali, non comprende di certo l’abbandono.

Essere madri è un dovere, non una scelta.

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